Post-voto: un’occasione  che non va sprecata

Matteo Renzi è stato sonoramente sconfitto e con lui cade il disegno reazionario ed antidemocratico che si innesta nel processo mondiale in corso, teso a sottrarre sovranità ai popoli per affermare sempre più l’autoregolamentazione del mercato, e che ha avuto in Italia come principale mallevadore Giorgio Napolitano, a partire dal 2012 dando vita al Governo Monti.

Gli elettori hanno capito l’inganno: non si sono fatti abbindolare dalla demagogia di Renzi e si sono pronunciati contro una riforma costituzionale sgangherata. In questo contesto, è incoraggiante che a votare “No” siano stati soprattutto i giovani, che hanno giudicato le politiche del governo pericolose per il loro futuro. Il grande successo del “No” è anche un riconoscimento postumo a Marco Pannella, che aveva già previsto l’esito del referendum quando in una delle sue ultime interviste (“Il Fatto Quotidiano”, 18 gennaio 2016) disse che Renzi non avrebbe fatto le riforme costituzionali “che sono una merda”.

Renzi e la sua cricca, che adesso dovranno sostenere uno scontro furibondo all’interno del Partito Democratico, lasciano Palazzo Chigi, ma lasciano anche un Paese lacerato, più povero ed indebitato, più isolato e debole nei rapporti internazionali. La XVII legislatura, nata da una legge elettorale anticostituzionale, ha prodotto solo danni. Adesso non c’è tempo da perdere e il Paese si deve preparare nel modo migliore ad entrare nella prossimo quinquennio.

Il centrodestra, che in questa battaglia referendaria ha ritrovato un comune denominatore, può tornare ad essere protagonista e forza di governo. E ciò sarà possibile se tutti i partiti che lo compongono sapranno rapidamente superare le divisioni che sono state la prima causa delle ultime sconfitte elettorali. Soprattutto dovrà essere capace di dare segnali di coesione tra le diverse realtà politiche, a cominciare dalle prossime immediate ed urgenti scadenze dell’agenda politica. Le diverse forze politiche che compongono il centrodestra se sapranno esprimersi coerentemente e unitariamente sulla legge di stabilità, che dovrà essere all’altezza dei gravi problemi economici e sociali lasciati irrisolti dal Governo Renzi, e sulla legge elettorale, che dovrà essere rispettosa della volontà dei cittadini, riconquisteranno la fiducia di quegli elettori che nelle ultime competizioni elettorali sono rifluiti nell’astensionismo, disgustati dalla persistente ed ingiustificabile litigiosità dei protagonisti del centrodestra. E per dare un segnale di fiducia agli elettori la vittoria referendaria è un’occasione che non deve essere sprecata.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:48