Votiamo “No”: è l’ultima occasione

Ci siamo cari amici, poche ore ed i seggi apriranno per il voto referendario, per consentirci di esprimere la nostra volontà, per testimoniare l’importanza fondamentale della volontà popolare. È proprio su questo, sulla certezza che ancora ci si offre, che vogliamo appassionatamente richiamare la vostra attenzione, il vostro senso di partecipazione, la vostra voglia di esserci.

Domani potremo ancora dire la nostra, un’occasione straordinaria che se vincesse il “Sì” ci potrebbe essere negata chissà per quanto tempo, per rimettere mano alla Costituzione. La Carta, si sa, non si modifica né frequentemente né facilmente, ecco perché prima di cambiarla bisogna non solo essere certi di quel che si fa, ma avere il conforto di una maggioranza popolare grande, molto grande. È bene dunque che sappiate che la riforma che Matteo Renzi ci spinge ad approvare non possiede nessuno di questi fondamentali requisiti.

La riforma Renzi/Boschi, infatti, è stata fatta alla rinfusa, in modo ingarbugliato e incoerente, ma soprattutto è stata approvata in Parlamento con maggioranze risicate, forzate, obbligate da diktat di partito e ghigliottine presidenziali. Come se non bastasse, il Premier e la sua ministra hanno voluto collegarla a una legge elettorale che trasformerebbe il vincitore in un padrone assoluto dei poteri fondamentali dello Stato. Per questo una volta che fosse ratificata dal “Sì” nessuno sarebbe in grado di assicurarci, di assicurare al popolo, un’altra occasione per rettificare gli sbagli, gli errori e i vulnus democratici.

Cari amici, ci troviamo dunque di fronte ad un passaggio probabilmente ultimativo se passasse il “Sì” e lo strumento referendario di cui oggi disponiamo per dire la nostra sulla Costituzione potrebbe essere davvero l’ultimo. Ecco perché dobbiamo utilizzarlo, ecco perché dobbiamo tutelarlo, ecco perché dobbiamo ringraziare la nobiltà dei Costituenti che, nel 1947, democraticamente, lo inserirono per rispettare la nostra volontà. I motivi per votare “No” sono tantissimi, ne abbiamo parlato e riparlato, scritto e riscritto, ma arrivati a questo punto quello che domina su tutti è la difesa del diritto di farci valere, di dire la nostra. Votare “No” significa, infatti, dare corpo all’articolo numero uno della Costituzione, quello che sancisce il primato della sovranità popolare, significa dare corpo al senso della democrazia che la guerra di liberazione ci ha regalato eroicamente. Votare “No” significa tutelare la nostra voce libera contro il tentativo di mortificarla, sminuirla, marginalizzarla a vantaggio dei politici di turno. Votare “No” significa affermare la nostra consapevolezza dello Stato di diritto, contro i tentativi di ridurci a spettatori anziché attori della democrazia.

Cari amici, è arrivato il nostro momento, non c’è ne saranno altri per anni e anni, sprecarlo significherebbe condannare i nostri figli e nipoti alla mancanza di opzioni che noi abbiamo avute. Per questo bisogna votare, per questo bisogna partecipare, per questo bisogna dire “No”, respingendo definitivamente l’arroganza, la tracotanza di chi pensa di essere e di contare più di noi, più della democrazia, più del popolo.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:53