
Copiare bene, per essere promossi. Quelli che aspirano alla leadership del centrodestra italiano (forse ancora maggioranza silenziosa in questo Paese), chiedendo a gran voce le “Primarie”, intendono o no copiare la Francia, in cui questo tipo di consultazioni politiche ufficiose sono aperte a tutti i cittadini regolarmente iscritti nelle liste elettorali? Che so, conoscono, tanto per fare un esempio, come funziona nella patria del Re Sole la “Hap” (Haute Autorité primaire)? Per chi fosse interessato e articoli un po’ di francese, basta interrogare qualsiasi motore di ricerca, scrivendo per esteso il summenzionato acronimo. Io qui, nella veste anodina di mero traduttore, riassumo le parti salienti del relativo “Réglement” (Regolamento), che fa saggiamente distinzione tra le candidature proposte dal partito chirachiano “Les Républicains” e quelle degli altri soggetti del centrodestra francese. Per similitudine, quindi, le prime potrebbero riferirsi a Forza Italia e le altre ai suoi supposti sodali (FdI, Lega, etc.).
Entriamo nel merito delle regole della Hap, esaminando separatamente i due casi e le relative disposizioni. Per “Les Républicains” la presentazione delle candidature segue la seguente procedura. Il capitolo “adesioni”, innanzitutto, per le quali occorrono rispettivamente: 250 firme di eletti (tra cui 20 parlamentari) abilitati a presentare un candidato in occasione delle elezioni presidenziali ufficiali. Gli eletti debbono essere “spalmati” su almeno 30 dipartimenti e, per ognuno di questi ultimi, non possono superare il numero di 25.
Da noi, si potrebbe considerare la rilevanza regionale, anche se, per dimensione territoriale, i dipartimenti francesi assomigliano alle grandi province italiane; 2.500 firme di iscritti (il relativo modulo informatizzato, scaricabile in Rete, una volta debitamente compilato, è trasmissibile sia via fax che in formato digitale scannerizzato), in regola con i versamenti, effettuati non oltre il 30 giugno 2016. Gli iscritti sono ripartiti su almeno 15 Federazioni dipartimentali (dell’organizzazione territoriale del partito “Les Républicains”), che non debbono superare ciascuna più di 250 firmatari. Eletti e iscritti non possono presentare più di una candidatura.
Per i candidati proposti dagli altri partiti e raggruppamenti politici che intendono partecipare alle primarie (in francese è “la primaire”, singolare femminile!), “le condizioni di presentazione delle dichiarazioni di candidatura sono ufficialmente adottate dagli organi deliberanti” dei sunnominati soggetti politici. Il Regolamento stabilisce poi: la composizione delle 10.337 commissioni di seggio (ciascuna costituita da un minimo di quattro commissari, compreso il presidente), il numero degli scrutatori, nonché tutte le procedure di scrutinio; la tenuta dei conti delle spese elettorali, a cura di ciascun candidato, facendo altresì obbligo a tutti i soggetti politici che sostengono le relative candidature di fissare un plafond (in modo da rendere equa la competizione) per le spese elettorali dei candidati; il divieto di pubblicare le liste degli iscritti e di fare campagna elettorale, con qualsiasi mezzo, a 24 ore dell’apertura dei seggi.
Una particolare cura è posta dal Regolamento a garanzia della parità tra i diversi candidati alle primarie, provenienti dalle fila di uno stesso soggetto politico, per quanto riguarda la comunicazione agli iscritti delle varie iniziative e incontri elettorali dei candidati. Ovviamente, i presidenti delle Commissioni dipartimentali e locali che organizzano le primarie sono autorizzati a richiedere ai soggetti abilitati, per il trattamento dei dati degli iscritti di ciascuna formazione o raggruppamento politico, di interpellare i loro aderenti ai fini dell’organizzazione delle sezioni elettorali.
Ci sono scritte, ovviamente, altre cose interessanti nel Regolamento delle primarie francesi del centrodestra. Ma ovviamente il mio contributo si ferma qui per le cose che ritengo essenziali. Così spero nessuno possa far finta di non sapere, per avere poi l’alibi di inventarsi regole astruse pro domo sua, che non stanno né in cielo né in terra. Copiare da chi fa meglio è anche un segno di grande umiltà e intelligenza.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:57