Gli italiani dissanguati da tasse e balzelli

Nessuno se la prenda a male se faccio riferimento a esperienze personali, ma è il modo più sicuro - per un giornalista - di descrivere la realtà. Il dentista mi dice di prendere un antinfiammatorio, il Brufen per l’esattezza, ed io mi reco difilato in farmacia. Qui scopro un fatterello piccolo piccolo ma sconcertante: scopro che una confezione del farmaco costa 6,73 euro ma che il ticket è di 4,08 euro! Ovvero, il ticket è quasi due terzi del costo del farmaco. Facciamo insieme una riflessione che vale un po’ per tutti.

Per un’intera vita lavorativa ho pagato, oltre alle imposte sul reddito (che non coprono la sanità?) anche il Servizio sanitario nazionale attraverso la cassa malattia giornalisti e, grazie a Dio, ne ho usufruito pochissimo (non è certo di questo che mi lamento, però ho fatto risparmiare lo Stato); ora dalla pensione mi trattengono - sempre oltre le imposte sul reddito - ancora una bella somma per la Casagit e una piccola somma aggiuntiva per l’assistenza alla moglie; un’altra sommetta per la moglie la pago a parte trimestralmente, alla Casagit, con ritenuta bancaria; ancora un’altra somma sensibile mi viene detratta dalla pensione come “addizionale regionale”, e la Regione è l’ente che gestisce direttamente la sanità; sull’assicurazione della mia “Opel” pago 50 euro per il Servizio sanitario nazionale (dicono che potrei ferirmi o ferire e costare in cure); altri 33 euro all’Ssn se ne vanno per assicurare la “Fiat” di mia moglie; vado a farmi alcune analisi e mi dicono: “Guardi che per queste il pagamento diretto costa meno del ticket” (e, ovviamente, pago tutto direttamente); con amici rotariani abbiamo acquistato, negli anni, diversi piccoli - ma sempre costosi - macchinari dei quali l’ospedale cittadino era carente; infine vado in farmacia per un antinfiammatorio e devo pagare 4,08 euro di ticket su un “farmachino” da 6 euro e 73 centesimi.

La settimana scorsa “Il Tempo” di Roma ha titolato in prima pagina: “2.443 euro l’anno a cittadino per non curarsi”. Intendendo che a fronte di un’enorme spesa pro capite per la sanità, abbiamo ancora ospedali fatiscenti, degenti nei corridoi, macchinari guasti e liste d’attesa infinite. La domanda è: quante volte dobbiamo pagare la sanità perché - dai politici ai portantini - tanti possano continuare a rubare di tutto? In tutto questo marasma che accade ancora? Accade che l’immarcescibile governatore della Campania, l’ex “impresentabile” Vincenzo De Luca, ha ottenuto dalla Commissione Bilancio della Camera il via libera a fare il commissario alla Sanità della Campania. Insomma, se una Regione ha un terribile buco di bilancio (anche se creato in passato) nella gestione della sanità, il commissario lo fa il governatore della Regione. Salvo un controllo semestrale. Dalle mie parti si dice: “fai conto di aver affidato le pecore al lupo…”. Ma ci prendiamo in giro?

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:49