Il centrodestra   e il “Magic Moment”

Se Forza Italia, soprattutto, ma anche Lega e Fratelli d’Italia, non cogliessero questa sorta di “magic moment” della destra liberal, che soffia forte e chiaro nel mondo, per compattarsi e riproporsi uniti, sarebbe davvero autolesionismo. Mentre, infatti, ovunque i liberali antagonisti al dominio del radical chic-pensiero si stringono per vincere, in Italia permane la divisione e lo sfaldamento del centrodestra. Qui non si tratta solo di leadership, che pure è importante, si tratta di condividere un percorso di programma che unitamente ponga il centrodestra in alternativa a Matteo Renzi e a Beppe Grillo.

Questo è un traguardo imprescindibile, quali che siano le soluzioni di governo che si renderanno possibili all’indomani del risultato referendario. Va da sé, infatti, che un’area liberal di destra moderna, che vedesse compatti i partiti che più o meno significativamente in Italia oggi la rappresentano, tutt’altro potere contrattuale potrebbe avere. Ci riferiamo alle scelte conseguenti alla probabile e auspicabile vittoria del “No”, sia nel caso di prosieguo della legislatura fino al 2018 e sia nel caso di scioglimento anticipato delle Camere. Insomma, in un’evenienza come nell’altra, è proprio adesso che Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni e chi altro volesse, devono trovare un fil rouge comune per offrire una proposta alternativa di governo. Solo così può evitarsi il rischio di marginalizzazione del centrodestra sia nei confronti di Renzi come di Grillo, di fronte agli scenari che si presenteranno a partire dal 5 dicembre.

Ecco perché si deve cogliere il vento che spira così tangibilmente dall’America all’Europa, ecco perché perdere questa chance in un habitat mai così chiaro e manifesto, sarebbe la più grande delle scelleratezze. Qui e oggi non si tratta di farne questioni di prevalenza personale, di percentuali in più o in meno, di toni alti o meno, si tratta di decidere se si vuole anche in Italia dare una voce unita a un sentimento popolar, inequivocabile ed evidente. Del resto insistere sulle divisioni piuttosto che lavorare sulle contiguità a nulla servirebbe se non a costringere il popolo di centrodestra a una marginalizzazione mortificante e definitiva. È su questo che puntano sia Renzi che Grillo, perché un centrodestra diviso e assenteista non potrebbe che avere o un ruolo di rimpiazzo o comunque subalterno in qualsiasi scenario possibile. Ecco il motivo per il quale lo straordinario “magic moment” che la destra liberal, democratica, repubblicana, vive ora, non può e non deve essere perso in Italia. È un’occasione unica per dare voce a chi si è allontanato per le divisioni, a chi si è rifugiato nell’assenteismo, a chi non ne può più di cattocomunismo, di buonismo ipocrita, di socialismo reale e del radical chic pensiero. Un’opportunità epocale per offrire al Paese quell’opzione liberaldemocratica che gli è stata negata per tante ragioni, anche ai tempi dei governi Berlusconi. È un “magic moment”, non capirlo sarebbe un suicidio politico irrimediabile. A buon intenditor poche parole.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:54