Legati a doppio filo

Mettiamocelo bene in testa, in Italia con tre poli in campo e con un astensionismo così alto, che uno dei tre possa farcela da solo è impossibile, dunque per vincere serve un’alleanza. Ecco perché chi perde tempo e crede che il dialogo fra Renzi e Berlusconi passi solo dalla posizione del Cavaliere sul referendum si sbaglia e tanto. Il filo a doppio giro che lega Silvio a Matteo è lo schema antigrillino, su questo e sulla volontà di formare una coalizione in grado di sconfiggere i pentastellati e governare a lungo, è basato il Patto di ferro chiamato Nazareno. Il risultato del referendum, dunque, gioca solo nell’eventuale rapporto di forza e di potere contrattuale fra i due contraenti: se vincesse il “Sì” a favore di Renzi e se vincesse il “No” a favore di Berlusconi.

Ecco perché il Cavaliere pende per il “No”, perché sa bene che solo in questo caso Forza Italia, dentro una grande coalizione antigrillina, conterebbe davvero tanto. Del resto qualunque sia l’esito del referendum, all’indomani, maggioranza e Governo cambierebbero comunque e non di poco. Se vincesse il “Sì” per volontà di Renzi o per decisione autonoma, la minoranza Pd uscirebbe e andrebbe adeguatamente rimpiazzata, se vincesse il “No” un nuovo Governo sarebbe possibile solo con l’appoggio convinto di Forza Italia. Dunque, comunque sia e comunque vada per tenere lontana la possibilità che Grillo comandi, o che peggio ancora in caso di elezioni anticipate possa vincere, Renzi e Berlusconi sono indispensabili l’uno all’altro. È questo l’unico e vero schema di accordo tra Premier ed ex Premier, la volontà di assemblare una larga coalizione che preveda Forza Italia in maggioranza al posto dei dissidenti antirenziani del Pd.

Del resto, parliamoci chiaro, fintanto che gli italiani non capiranno quanto e se in realtà i grillini siano in grado di governare (vedi Roma) e quanto in realtà si dimostrino diversi dagli altri, l’ipotesi che possano vincere c’è eccome. Per questo motivo è inutile perdere tempo appresso all’idea di un centrodestra nuovo e rifondato che possa da solo puntare alla vittoria, come altrettanto immaginare che un centrosinistra diviso su tutto possa in solitaria vincere le elezioni. Insomma, siamo entrati da qualche tempo, da quando cioè Grillo è cresciuto così tanto, in un quadro politico nazionale completamente diverso dal passato, che obbliga, volente o nolente, a soluzioni di larga intesa. Come se non bastasse, la crisi economica, la precarietà dei conti e purtroppo gli sbagli compiuti dall’attuale maggioranza non consentono fughe in avanti, tantomeno avventure politiche grilline che aprirebbero pericoli per la stabilità finanziaria dell’Italia. Ecco perché chi ancora si scuote nel dubbio se Renzi e Berlusconi abbiano un accordo, può darsi pace e farsene una ragione. L’accordo c’è e ha la logica che abbiamo descritto, una indispensabile e inevitabile larga intesa.

Oltretutto, su questa linea, crediamo che sia perfettamente allineato anche il Presidente Sergio Mattarella che, giustamente, non ha voglia di ritrovarsi nel mezzo di una tempesta causata da sconvolgimenti del quadro politico. Inutili dunque gli appelli e i dubbi di Salvini e Meloni, come inutili quelli di Bersani, Speranza e Cuperlo, per come stanno le cose in Italia il tripolarismo è rischioso e potrebbe aprire un’autostrada ai Cinque Stelle. Resta sul campo solo l’esito del referendum, di cui auspichiamo la vittoria del “No”, perché la riforma è pessima e pericolosa, perché Renzi va molto ridimensionato, perché il centrodestra tornerebbe a contare e sul serio.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:11