
Che l’ambasciatore degli Usa in Italia se ne esca come ha fatto sul referendum la dice lunga, non solo sull’importanza ovvia che Matteo Renzi attribuisce all’esito, ma sul fatto che pur di vincere è disposto a tutto. È, infatti, chiaro come il sole che John Phillips sia stato spinto a dire quel che ha detto senza potersi sottrarre, perché un diplomatico tanto importante non commetterebbe mai un errore del genere spontaneamente. Tanto più l’ambasciatore in Italia degli Stati Uniti d’America e non di un qualsiasi Paese del mondo, anche perché scivolate così gravi se commesse in autonomia possono costare la carriera. Dunque Phillips ha dato seguito a una disposizione precisa, così come ha fatto con tutta probabilità l’agenzia di rating Fitch, minacciando un downgrade dell’Italia in caso di vittoria del “No”.
Di chi sia la manina dietro tali interventi non è dato di sapere, ma è certo che per arrivare a tanto ci sia voluta una autorevolezza e una colleganza tale da farci supporre che Renzi abbia chiesto aiuto a qualcuno che da noi conta molto, ma molto di più di lui. Potremmo fare delle ipotesi su chi sia così impegnato sulla sorte di Renzi, ma lasciamo che l’immaginazione di ognuno faccia il suo percorso di ricerca anche perché non è difficilissimo. Quello che però è certo è il crescendo di un armamentario in campo a favore del sì, che non escluderà gioco duro e colpi bassi pur di tentare la vittoria. Del resto la sciocchezza assoluta che in caso di sconfitta al referendum l’Italia rischi il collasso economico era già stata annunciata da autorevoli cosiddetti amici del Premier.
Ovviamente non è così e non sarà così, basterebbe per questo ricordare le profezie sbandierate sulla catastrofe mondiale in caso di Brexit, eppure come si è visto panzana più grande non poteva esserci. Dunque quello che preoccupa veramente non è la vittoria del no, che anzi noi auspichiamo appassionatamente, ma tutto ciò che sarà fatto per cercare di evitare che sia. Innanzitutto la data di svolgimento, ad oggi inspiegabilmente ignota se non per il tentativo in corso non solo di trasferirla più lontano possibile, ma addirittura di escogitare qualche furbata per rivoltare il tavolo. Del resto la paura per Renzi fa novanta e i sondaggi parlano chiaro, dunque figuriamoci con un carattere come quello del Premier quante ne stia pensando a partire da come potrà utilizzare la prossima manovra finanziaria. Renzi, infatti, non è tipo da spaventarsi a fare annunci e promesse con il solo scopo di suggestionare, perché è una tecnica che utilizza da quando è Premier. Così come da quando è Premier utilizza la spesa pubblica per generare consenso piuttosto che per rilanciare il Paese ed è per questo che i conti non tornano, il Pil è immobile e la ripresa una chimera. Come se non bastasse, per il Presidente del Consiglio annunciare solennemente qualcosa, addirittura in Parlamento, salvo poi disattenderla o smentirla o modificarla, è come bere un bicchiere d’acqua fresca.
Per memoria spicciola facciamo un breve riepilogo a partire dal leggendario “Enrico stai sereno”, al “I debiti della Pubblica amministrazione saranno saldati interamente entro settembre 2014”, “l’Italicum non si tocca”, “Il Pil crescerà molto e più del previsto”, “Se vince il no mi dimetto e lascio la politica”, “ Bye, Bye Equitalia”, “Gli ottanta Euro saranno estesi a tutti”. Insomma, uno zibaldone di impegni solenni tutti rimangiati e disattesi, almeno fino ad ora...
Per questo diciamo che alla prossima legge di stabilità Renzi cercherà i fuochi d’artificio pur di influenzarci a suo favore, salvo poi o non farne di nulla o inguaiare i conti pubblici più di quanto non li abbia ulteriormente inguaiati. Dulcis in fundo, il Premier, come paracadute estremo e grazie a Denis Verdini continua a pensare alle larghe intese come via d’uscita per restare in sella. Insomma, gli italiani da tempo hanno capito quel che c’è da capire, ma il consiglio di stare in guardia, non abboccare e non demordere, vale comunque, perché l’Italia può cambiare solo se vince il no e se questo Governo va a casa.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:12