
Caro Grillo, appassionata, apprezzabile, ma poco convincente la sua difesa sul “Caso Roma”. Ormai un po’ di teatro non basta più.
Lei da esperto uomo del palcoscenico l’altro ieri a Nettuno ha cercato di dare il meglio di sé, ha usato tutta la tecnica della gestualità, della mimica, della posa della voce e dell’utilizzo delle parole forti, ma non basta. Non basta perché per quanto lei sia bravo nella plasticità teatrale e nella profusione del pathos suggestivo, stavolta la frittata romana è brutta e grave davvero.
Gridare al complotto non convince, nomine e scelte le avete fatte voi, stipendi e compensi pure, dunque la bufera sulle conseguenze chi l’avrebbe ordita? Quale nemico occulto? Certo l’appello all’unità, anche di fronte agli sbagli più evidenti, è tecnica antica di comunista memoria; tutti sanno del vizio al soccorso rosso che i comunisti applicavano per proteggere e negare anche gli errori peggiori dei compagni. Certo che gli abbracci e la parata sul palco suggestionano e fanno effetto, ma qui si tratta di comportamenti opachi e obliqui che meritano ben altre spiegazioni e ammissioni verso il popolo sovrano.
Lei, Grillo, insieme ai più autorevoli esponenti del Movimento 5 Stelle, ha insistito sul fatto che da voi non si fanno sconti a nessuno, ma sa bene che non è vero. Di sconti, e pure grossi, in questo caso ne avete fatti eccome; la menzogna, la reticenza, l’omissione, sono cose gravi caro Grillo e da quel che si è visto su Roma ne è stato fatto un uso piuttosto vasto. Omettere, negare, nascondere, caro Beppe, sono quei vizi della politica peggiore verso la quale lei per primo si è scagliato da sempre con ogni veemenza per raccogliere successi. Lei ha fatto della bandiera della trasparenza, della lealtà e della sincerità il vessillo fondante del Movimento, per questo passarci sopra quando capita ai suoi non è un buon modo per rendersi credibili.
Questi sconti su atteggiamenti gravi non solo non depongono bene, ma lasciano la porta aperta al cosiddetto precedente, che da sempre è un lasciapassare per giustificare tutto in politica. Le dimissioni improvvise di personaggi di punta della Giunta Raggi vanno spiegate con dovizia di particolari, altrimenti restano opache e le bugie e le omissioni sui procedimenti in corso lo sono ancora di più.
Caro Grillo, qui non si tratta di giocare sul filo della parola, si tratta di una vera e propria bufera che si è abbattuta intorno alla Giunta di Roma nel più classico stile della vecchia politica. Ecco perché un po’ di palcoscenico, seppure appassionato, esemplare e per certi versi meritevole, non può bastare. Lei Grillo ha fatto delle cose straordinarie, in pochi anni ha messo in piedi un Movimento che ha saputo cogliere la rabbia e il disgusto dei cittadini contro lo schifo della politica, per questo deve essere più chiaro e rigido con i suoi. Noi più volte abbiamo apprezzato la capacità e la coerenza di alcuni parlamentari di punta del Movimento Cinque Stelle e proprio per questo oggi pretendiamo da loro altrettanta coerenza, piuttosto che sconti sugli sbagli commessi. Nella storia del Paese, lei Grillo sa bene che altri si ritenevano, e in parte si ritengono ancora, migliori, superiori, intangibili, eppure sappiamo bene come è andata a finire, dunque stia in guardia e non faccia sconti. Il patrimonio che lei ha accumulato, elettorale, morale e di consenso sociale, con le battaglie giuste che ha portato avanti, merita una custodia speciale e quello che è successo a Roma va esattamente dall’altra parte.
Insomma, veda lei caro Grillo, scaltrezza e acume non le mancano davvero, noi possiamo consigliarle di fare di più e di meglio di ciò che si è visto per rimediare al guaio. Creda, francamente oggi alcuni show, come quello di Nettuno, non bastano proprio più per archiviare tutto.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 16:49