
Viene da ridere a vedere e sentire i dissenzienti del Partito Democratico sull’ultima tornata di nomine in Rai, come se fino ad ora Antonio Campo Dall’Orto si fosse dimostrato pluralista e equilibrato. Che poi, nell’arcobaleno dei tantissimi direttori generali della tivù pubblica quello attuale rappresenti il colore più sbiadito, è cosa nota. Del resto, Campo Dall’Orto è stato scelto da Matteo Renzi per questo e per seguire pedissequamente il “Renzi pensiero”, dunque dove erano i dissenzienti in questi due anni e mezzo durante i quali si approvava una legge-schifezza sulla Rai? Dove erano i dissenzienti del Pd quando si approvava la scelleratezza del Canone in bolletta? Insomma, viene da ridere a vederli ora tuonare contro le scelte di un direttore generale che per emulare Mediaset, che aveva “Casa Vianello”, ha creato in Rai “Casa Renzi”.
Il problema dunque non è tanto Campo Dall’Orto, ma Renzi e il Pd che ha costruito e approvato una legge sulla tivù pubblica che consentisse tutto quello che si vede. Del resto concentrare ogni potere nelle mani del direttore ed esautorare le facoltà del Consiglio di amministrazione, nulla poteva significare se non l’inizio di uno stile che, in questi due anni, si è visto e ripetuto in occasione di tante altre nomine in tante altre aziende pubbliche: lo stile Renzi. Ecco perché i dissenzienti dovrebbero prendersela con il loro capo che è Renzi e non con Campo Dall’Orto, dovrebbero mostrare più coerenza nelle forme di dissenso, a partire dall’appoggio a questo Governo. Perché in realtà ciò che suscita il sorriso è proprio il cosiddetto dissenso interno al Pd, che annuncia, tuona e poi quando serve vota sempre supinamente fiducia e sostegno all’Esecutivo.
Questa Rai se possibile è la peggiore degli ultimi anni (parliamo di governance), dunque le scelte dell’altro giorno sui Tg non fanno altro che il paio con tutte le altre precedenti. Manca un progetto di rinnovamento della tivù pubblica, manca la valorizzazione delle eccellenze interne, manca il principio del pluralismo, manca la voglia di ottimizzare i costi ed eliminare gli sperperi. Insomma, una Rai così non si era mai vista, a conferma dell’ipocrisia e delle falsità che giravano ai tempi del Governo Berlusconi. Se altrettanto, infatti, fosse stato fatto con l’Esecutivo del Cavaliere, altro che dissenso, si sarebbe scatenato il Paese intero a partire da quelli che oggi applaudono Campo Dall’Orto. Comunque sia, a tutti questi personaggi che gridano allo scandalo contro il loro partito, suggeriamo l’appuntamento di ottobre sul referendum che, guarda caso, a proposito di stile, porta il nome Renzi/Boschi.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:52