L’insostenibile leggerezza della fuffa renziana

Malgrado la rinnovata e molto cruenta offensiva del terrorismo islamista, siamo costretti a sorbirci ancora una volta l’insostenibile leggerezza della fuffa renziana.

Proprio su questo colossale problema, nel corso dell’ultima Assemblea nazionale del Partito Democratico, il Premier fiorentino ci ha sommersi sotto una vera valanga di chiacchiere che definire astratte è poco. Assumendo ancora una volta il ruolo del saccentello comunitario, Matteo Renzi ha impartito la sua lezioncina ad una Europa ancora sanguinante, esortando i cittadini del Vecchio Continente “ad amare ciò che i terroristi vorrebbero toglierci, come la musica e lo sport”. Ma non basta, il segretario del Pd ritiene che il suo partito abbia “la responsabilità culturale, etica e politica di portare nella discussione europea questo sguardo, non quello di preoccupazione e difesa ma quello di un’alternativa di visione del mondo. L’Europa ha la responsabilità di aprire una nuova fase, non solo di leccarsi le ferite”.

Infine, quale immancabile conclusione del suo breve viaggio nell’Iperuranio, Renzi ha proposto alla stessa Europa un suo già sperimentato slogan del nulla: “Per ogni Euro speso in sicurezza, un Euro anche per la cultura”. Dunque, secondo questo ragazzotto cresciuto coi miti di un buonismo da operetta, il terrorismo si contrasta in primo luogo con una non ben identificata nuova weltanschauung, magari trasformando la pubblica istruzione degli altri partner comunitari in un immenso stipendificio sul modello italiota. E poi, quale sarebbe questa nuova visione del mondo che invoca il genio toscano? Attraverso quale strada egli ritiene di farla interiorizzare ai sempre più terrorizzati cittadini europei? Non avrà mica in mente di istituire in Europa il regno della pace e della bontà, in cui tutti ascoltano musica e praticano sport in mezzo alle bombe ed alle raffiche di mitra, attraverso la più classica delle direttive comunitarie?

Francamente dal leader di un Paese che rappresenta un ideale ponte geografico tra le terre da cui origina il terrorismo islamista e l’Europa ci aspetteremmo ben altre parole. Evidentemente, al pari di altri nodali argomenti di politica interna, la concretezza sembra aver abbandonato da tempo i quartieri di Palazzo Chigi. Poveri noi!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:58