
Dopo la Grecia lasciata al suo destino, la “botta” Brexit - cioè il voto degli inglesi favorevole all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea - e dopo che anche l’Austria si è pronunciata tramite la Corte costituzionale per la ripetizione del voto, aprendo in tal modo rapida strada verso la presidenza del candidato della destra e soprattutto verso l’Auxit - cioè l’uscita anche dell’Austria dall’Unione - il Consiglio europeo ha sensatamente rallentato con le decisioni, non decidendo in sostanza alcunché in ordine ai tempi di attuazione di Brexit, né sulle modalità e le conseguenze dell’uscita.
I problemi della Germania europea nell’Europa tedesca vengono prima. E cioè quelli contro l’assicurazione comune dei depositi e contro la Banca centrale europea, dovuti, questa volta, alla riduzione dei tassi d’interesse. Tuttavia Brexit ha dato la sveglia ad Angela Merkel che, con il terrore che il giocattolo dell’Europa tedesca le si sfaldi e disintegri in mano, dopo aver pomposamente affermato che “le regole non si cambiano, non si cambiano ogni due anni le norme sulle banche”, come se le regole e le reprimende le decidesse per tutti unicamente lei, ha mandato giù che sia stato “concesso” all’Italia di poter ottenere dal ministero del Tesoro un sostegno alla liquidità delle banche in caso di situazioni estreme. L’Italia potrà cioè azionare uno scudo da 150 miliardi di garanzie pubbliche (aumentando il debito pubblico e rinazionalizzando) per le banche sane in apnea di liquidità: un deterrente temporaneo contro la speculazione, non utilizzabile per le ricapitalizzazioni o per sfuggire alla normativa del bail-in.
Lo scudo non è così importante dato che c’è in giro tanta e tale liquidità da non essercene bisogno, e in compenso la Germania tedesca è rimasta ferrea e contraria riguardo agli aiuti di Stato e alla ricapitalizzazione delle banche. La Germania tedesca pensa tuttora cioè per sé, in barba all’integrazione, e con lo spauracchio della disintegrazione dovuta a se stessa - 90 miliardi di euro di esportazioni tedesche verso il Regno Unito - sono in arrivo poi altri smottamenti, precisamente a marzo 2017 dall’Olanda, a maggio 2017 dalla Francia ed a settembre dalla Germania stessa. Grecia, Brexit e l’Austria sono quindi solo alcuni dei tasselli della disintegrazione dell’Europa tedesca “azzannata” dalle nuove forze politiche.
Oggi non c’è crescita economica né sviluppo, la disoccupazione non scende, le società europee sono impoverite in assenza di lavoro e inviperite contro l’Europa tedesca delle “lacrime e sangue”, della rigida e folle austerità mai scritta nei Trattati. L’Europa tedesca è totalmente arbitraria peraltro anche riguardo a quelle stesse regole rigide ove si consideri ad esempio che la Francia è da una decina di anni digiuna della regola del 3 per cento senza per questo aver avuto alcuna multa o sanzione a riguardo. Per non parlare del surplus della Germania, per il quale sussiste il divieto e da tempo la violazione tedesca con il danno grave di tutti gli altri Paesi europei.
L’Europa può sopravvivere ed esistere solo superando quella sbagliata tedesca e unicamente ricontrattando se stessa, riconfigurandosi. L’Europa politica deve strutturarsi in funzione del mercato comune, aderendo al modello delle tante eccezioni – ovvero rendendole regola flessibile - che già sussistevano proprio riguardo la Gran Bretagna. Il tempo che separa l’oggi dalle imminenti scadenze politiche dovrebbe essere impiegato non a lucrare il lucrabile da parte dei politici ed burocrati europei - cui verrà imposta la parola fine (solo Christine Lagarde riconfermata altri cinque anni alla direzione del Fondo monetario internazionale riceve 467,940 dollari di stipendio più il forfait di 83.760 per spese varie, tutto esentasse) – ma a dare un progetto politico nuovo e coerente con il mercato comune all’Europa. E ciò perché, lo si voglia o no, tutto ciò che sta succedendo succede lo stesso. Sotto gli smottamenti e gli shock si trova l’equilibrio e la flessibilità fondamento e basi dell’Europa politica, tutta ancora da immaginare, pensare e costruire.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:53