
Non ho mai pensato che Pier Luigi Bersani sia un uomo di particolare acume e di chiare vedute, né ho mai trovato qualcuno che tentasse di convincermi di questo. Non lo ritengo certamente, però, un imbecille, in primo luogo perché non sta bene definire così chicchessia (anche se magari, così ci si indovina) e poi perché le cariche e le funzioni da lui ricoperte presuppongono ed attestano il contrario.
Così, di fronte alle dichiarazioni da lui fatte all’Ansa il 21 giugno e poi all’AdnKronos sull’esito delle amministrative e sulle prospettive per il Partito Democratico, per Matteo Renzi (ed altri) non riesco a trovare per lui attenuanti e non mi resta che pensare che dovrebbe proprio vergognarsi.
Bersani prende le cose alla larga, come si conviene ad un uomo misurato e prudente. Sì, molto prudente. “Chi guida deve avere l’umiltà di riflettere...” “ci sono troppi applausi in giro...”. E poi il distillato della saggezza: “Una Sinistra deve andare dove sono i problemi e non trovarsi troppo dalla parte delle soluzioni”. Un elogio dell’inconcludenza che raramente raggiunge tale grado di sincerità e di rassegnazione. Ma, fin qui, fatti suoi.
In base a tali granitici presupposti, invita Renzi all’“umiltà di riflettere” (ottima cosa); Bersani passa poi a parlare, ahimè, del referendum sulla cosiddetta riforma costituzionale.
“Suggerisco che non si demonizzi il No”.
E fin qui il desiderio di darsi l’aria del brav’uomo potrebbe dirsi soddisfatto e ragionevole. “Non vedo grandi problemi”. Quei tali giudizi sull’”acume” etc. qui, però, sembrano spiegare tutto. “Renzi dica ti (!?) faccio vedere subito una legge che conferma (?!?!) che non vuole nominare ma vuole eleggere i nuovi senatori, senza lasciare lì per venti anni questo tema”. E se poi ci dice che con una Camera sola che dà la fiducia al Governo siamo (!?) disposti a riflettere sull’Italicum...”. “Se Renzi dice questo non vedo grandi problemi”. Chiaro, no? Ecco qua il Bersani-pensiero sulla riforma costituzionale e sul referendum.
“La riforma è uno schifo ed è anche preoccupante” (non lo dice proprio così, ma lo lascia intendere) ma poiché io sono un brav’uomo e voglio vivere in pace con tutti quelli che ho attorno (che, magari, applaudono troppo) mi accontento che Renzi mi “faccia vedere” una legge che illumini il “buco nero” del nuovo Senato e mi dica una parola sull’abolizione di quell’altro schifo della legge elettorale, anzi, mi dica che sarebbe disposto a pensarci sopra. E lo “schifo” non sarebbe più tale! Si vota ad ottobre Sì o No. Bersani voterebbe volentieri, Sì, su per quello schifo di cosiddetta riforma. Ma solo avendo visto (con il suo occhio di lince) una legge che dia un po’ di luce a quel buco nero del Senato e con la promessa di quell’onest’uomo di Renzi di “ripensarci” sulla legge elettorale per la Camera. Chi sa se questo vorrebbe pure poterlo scrivere accanto a quel suo SI, a costo di far annullare la scheda. E senza queste “assicurazioni”? Ma... bè... Sì... comunque!!
Per Bersani questa è la Costituzione, questa una riforma costituzionale. Una cosa da barattare, con una mezza parola di un Renzi. Da barattare, eludere, da non prendere sul serio, perché, anzi basterebbero le buone maniere di chi la massacra a mettere a posto del tutto la sua coscienza.
Ma ancora più ridicola e vergognosa è la “minaccia” di reagire all’ipotesi che Renzi se ne fotta di fornirgli il pretesto per votare lo schifo. In tal caso (udite! udite!) “voterò Sì.. ma se non cambiano (con le promesse verbali, ecc.) non mi vedranno a fare propaganda per il Sì”. Minaccia davvero terribile. Metterò il broncio!
Voterà dunque Sì allo schifo della cosiddetta riforma e, se Renzi gli dirà che può stare tranquillo, farà pure propaganda per lo schifo. Tutto ciò senza attenuanti, per via dell’esclusione dell’ipotesi che sia un imbecille, di cui ho dovuto dare atto più sopra.
Intanto Bersani aggiunge “non dico a Renzi di andarsene”. “Sono solo un filino (!?) amareggiato perché resta segretario e Presidente del Consiglio” allo stesso tempo. Assai più espliciti e perentori consigli Bersani li dà: indovinate a chi? a Forza Italia, alla Destra, che “deve decidere cosa fare dopo Berlusconi, come la Roma dopo Totti (!?). Perché in questo Paese la Destra esiste”. La Sinistra, invece... Che pena. Anzi, che vergogna! “Ci sono troppi applausi?” Direi che ci sono troppi cialtroni.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:22