
Nel 2016 l’Italia è ancora profondamente e ostinatamente illiberale, eppure di fronte a tale amara constatazione l’autore, Pietro Di Muccio de Quattro, non si arrende e immagina un brillante dialogo fra due personaggi inventati, Callido e Stolido, personaggi letterari che rispecchiano la mentalità di persone reali.
La prima novità risiede dunque nell’abbandono della forma canonica del saggio filosofico-politico e nel ritorno a uno dei più antichi espedienti letterari: il dialogo. Diviso in cinque parti, e toccando via via diversi argomenti attinenti alla politica, esso procede mettendo in luce l’ideologia comune degli italiani.
Callido: “Siamo vicini nel colloquiare, ma lontani nel pensare, o Stolido! Affermi le tue certezze senza negare le mie obiezioni”. Stolido: “Tu ragioni e dialoghi allo stesso mio modo, Callido! Almeno in questo, siamo uguali. Possiamo continuare alla pari. Costituiamo, senza volerlo, una perfetta democrazia, perché i nostri voti si equivalgono. Né io né tu disponiamo del voto decisivo a prevalere”.
Dalla vivace disputa tra il sagace e lo sciocco, emerge così un sistema di convinzioni politiche e morali che gli italiani nutrono, del tutto inconsapevoli delle ineluttabili implicazioni e conseguenze. Le quali, ciò nonostante, essi stessi deprecano a dispetto della coerenza, dell'esperienza e della “verità effettuale”.
Come scrive in una nota l’editore, il dialogo “ci è apparso come un limpidissimo distillato ad alta gradazione alcolica di concetti espressi in quel pamphlet ‘alla macchia’ del 1984, applicati alle mutate realtà italiane dell’ultimo trentennio”. Il libello cui fa riferimento, intitolato “La democrazia illiberale. Un Memorandum sull’Italia del 1984”, fu stampato privatamente dallo stesso autore ed ebbe allora una circolazione a dir poco elitaria. E, come afferma Callido, “la politica non ha mai unito gli italiani, che concordano nel discordare e discordano nel concordare”.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 16:52