L’astensione non dà autorevolezza a chi vince

Sondaggi o meno, il rischio che ancora una volta vi sia una forte astensione per l’elezione del sindaco di Roma, è un problema sul tappeto di questa elezione amministrativa.

Certo, si capiscono le motivazioni dei tanti delusi dalle politiche capitoline che hanno ridotto Roma in uno stato di pietoso degrado. Ma questo non deve indurre i cittadini dal rinunciare al loro ruolo di protagonisti attivi della vita della città in cui vivono ed operano. Non importa, tutto sommato, chi votare, quale candidato scegliere: il problema è dare “autorevolezza”, con ampio consenso personale e di partecipazione al voto, a chi dovrà guidare la Capitale.

Chiunque vinca senza questa “autorevolezza” non avrà la forza per decidere ed attuare le necessarie decisioni per il rilancio della nostra Roma. Questa città ha bisogno di un suo “Rinascimento” sostenuto culturalmente, politicamente, coralmente partecipato da tutte quelle esperienze della società civile che vivono e si adoperano sul territorio con grande entusiasmo, integrando quei servizi che l’amministrazione capitolina fin qui non ha fornito sufficientemente.

A tutti costoro chiediamo di esprimere con il loro voto un sussulto d’orgoglio e di solidarietà verso la nostra Roma. Non recarsi alle urne significa solo attribuire ad una minoranza degli elettori la gestione di tutta la città. L’esperienza Marino è testimone del disastro subito da tutti noi.

Walter H. Judd (Politico Usa): “Spesso si dice che, in una democrazia, le decisioni sono prese a maggioranza del popolo. Naturalmente, questo non è vero. Le decisioni sono prese a maggioranza di coloro che fanno sentire la loro voce e che votano. Una cosa molto diversa”.

 (*) Membro direzione nazionale “Popolari per l’Italia”;

        Membro Political Assembly PPE (Partito Popolare Europeo)

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:27