Comunali a Torino, l’intervista a Rosso

Roberto Rosso, avvocato, inizia la sua carriera politica nella Democrazia Cristiana nel 1980, ma la prima elezione alla Camera dei deputati è stata in Forza Italia nel 1994. È stato vicepresidente della Regione Piemonte, più volte deputato e sottosegretario per Forza Italia/Pdl. È uno degli sfidanti di Piero Fassino per la carica di sindaco di Torino.

Amante della montagna di Sestriere dove va a sciare con la moglie Roberta Cornaglia, nel tempo libero va al mare ad Alassio e si occupa di calcio in quanto presidente onorario della squadra del Trino (suo paese di origine). Rosso non rinnega i vent’anni con Silvio Berlusconi, anzi, spesso precisa che a lui deve tutto; nel 2006 riuscì ad arrivare al ballottaggio dove perse per una manciata di voti contro Sergio Chiamparino e adesso ci riprova con diverse liste civiche, precisando che vorrebbe “copiare quello che fecero quattro grandi sindaci dopo il 1864 proprio dopo che Torino perse il titolo di Capitale d’Italia: nuove aree industriali e detassazione per tutti coloro che aprivano nuove attività”.

Quote rosa: Roberto Rosso ha candidato parecchie donne. Due esempi su tutti. Patrizia Borgarello, già assessore e nota alle cronache per aver presentato i ricorsi contro l’ipotesi delle firme false del Partito Democratico in Regione Piemonte, “siamo in attesa della sentenza sulle liste del Pd - dichiara la Borgarello - per la provincia di Torino e qualora a giugno il nostro ricorso venisse accolto il presidente Chiamparino perderebbe 8 consiglieri, la maggioranza si reggerebbe per un solo consigliere in più e Chiamparino sarebbe costretto a dimettersi. Se sarò eletta consigliere comunale la mia priorità sarà la sicurezza ed è anche per questo che ho deciso di sostenere Roberto Rosso perché il nostro programma vede al primo posto la sicurezza; e poi vorrei occuparmi dei soggetti deboli e degli anziani”.

Marilena Bauducco è un’altra candidata “in rosa” alla circoscrizione 3 di Torino, vicepresidente della Consulta regionale femminile, mamma con un passato di insegnante di asili nido. “Sono in politica fin dal 2000 - dichiara la Bauducco - quando, in Forza Italia, mi occupavo del sociale, dei bambini nelle scuole materne comunali. Ho scelto di candidarmi con Roberto Rosso perché lo conosco da una vita, lo stimo; è una persona seria, preparata e leale. E poi ha la passione per la politica. Vedo molto entusiasmo fra la gente quando andiamo in giro. Le persone desiderano il cambiamento”.

Onorevole Rosso, lei ha candidato molte donne, ma inizierò con una domanda cattiva: lei dice che deve tutto a Berlusconi ma lo ha lasciato...

Guardi, io devo tutto a Silvio Berlusconi: sono stato eletto diverse volte, sono stato coordinatore regionale dal 1996 al 2002 e più volte sottosegretario. C’era tanto entusiasmo in quel periodo. Nel 2010 non fu proprio un abbandono: me ne andai per solo due mesi, perché disamorato dalla poca democrazia dentro Forza Italia. Non ho mai avuto problemi con Berlusconi, non ho mai parlato male di lui anzi gli ho sempre voluto e gli voglio ancora molto bene.

Come e quando lo ha conosciuto personalmente?

Era il mese di novembre del 1993, io ero un giovane avvocato e in quel periodo fui contattato da Aldo Arroni, uomo di fiducia di Berlusconi, che mi invitò ad Arcore. Lì per lì ho pensato che mi avesse contattato per il Milan, di cui sono tifoso da sempre. Invece appena siamo arrivati ad Arcore con altre persone ho “scoperto” che il presidente del Milan aveva riunito vari professionisti ed imprenditori per parlare di politica.

Com’era Berlusconi vent’anni fa?

Beh, era ed è una persona molto affascinante, un innovatore; pensi che aveva creato il kit del candidato con la coccarda rossa, fantastica! Non era molto pratico di politica, in fondo era un imprenditore e parlava di politica come se si trattasse della vendita di uno snack. Ma nel 1994 ha conquistato il cuore degli italiani, abbiamo stravinto e devo dire che nel tempo è migliorato ed ora posso dire che Berlusconi è uno dei migliori uomini politici che abbiamo avuto in Italia nell’ultimo ventennio.

Lei è candidato sindaco di Torino per 7 liste civiche. Perché i torinesi dovrebbero votare per lei?

Perché amo Torino: è stata la prima Capitale d’Italia. Qui è nata buona parte dell’industria nazionale, dal cinema alla televisione, dalla moda all’automobile, dalle più grandi assicurazioni nazionali fino alla telefonia e all’informatica; ma oggi è al primo posto in Italia solo per le tasse che fa pagare ogni anno. E poi penso alla sicurezza: vorrei più vigili in strada anziché negli uffici, più telecamere nei condomini, più infrastrutture nelle periferie; sarebbe anche una città più capace di svilupparsi e di generare il lavoro. E penserei all’immigrazione.

Cioè?

Farei sgombrare i campi Rom per impedire altre violenze ai cittadini e farei evacuare tutti quegli immobili, attualmente occupati da immigrati clandestini o squatter, come la Cavallerizza Reale. Vorrei attirare a Torino giovani inventori, artisti e imprenditori: insomma, vorrei fare in piccolo quello che oggi Londra è in grande.

Passiamo alla vita privata: lei è sposato con Roberta. Come vi siete conosciuti?

Ho conosciuto Roberta nel 1997, lei era un’imprenditrice che si era candidata nel comune di Moncalieri e l’ho vista la prima volta ad un comizio: mi è piaciuta subito e desideravo conoscerla meglio. Mi sono innamorato di lei perché è una donna concreta, decisa e mi dà un grande sostegno. Insomma, è una donna seria e affidabile.

Com’è cambiata la sua vita con il matrimonio?

Io e Roberta viviamo insieme dal 2000 e tre anni fa ci siamo sposati. Prima di conoscere Roberta ero un po’ scavezzacollo, non avevo orari. Con la frequentazione, la convivenza e con il matrimonio Roberta mi ha letteralmente “messo a posto”. Ho totalmente cambiato stile di vita; pensi che adesso vado a dormire al massimo alle 11; anni fa rientravo al mattino, altra vita...

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:00