
Come confermato dal Tesoro degli Stati Uniti, il surplus che la Germania si è costruita con e nell’Europa tedesca, ha avuto ed ha tuttora l’effetto di ridurre la domanda interna dell’area monetaria. Danneggia cioè le economie di tutti gli altri Paesi europei rendendo oltretutto più oneroso il proprio aggiustamento. Ma l’Europa tedesca va ed è da un’altra parte rispetto ai cittadini europei.
Non potendo mettere piede nei Paesi che stanno costruendo muri anti-migrazioni ed in tutti quelli che si sono chiaramente dichiarati contro la follia pro migranti e pro Erdogan di Angela Merkel, la cancelliera è giunta a Roma a fare vacanza insieme a Donald Tusk, Jean-Claude Juncker e Martin Schulz, rispettivamente cancelliera tedesca, dunque rappresentante del solo proprio Paese la Germania, ed i tre presidenti europei del Consiglio, della Commissione e del Parlamento dell’Unione.
Ci si può liberamente chiedere perché ci sia anche Angela Merkel? Cioè, a quale titolo ci sia anche lei dato che sono gli altri tre a rappresentare le istituzioni europee e non lei. Lo stravagante team è a Roma per consegnare a Papa Francesco, che da Lesbo ha tratto in salvo appena una decina di islamici non cristiani vincitori della macabra lotteria papalina, il bello quanto inutile premio, notoriamente conosciuto ed innovativo premio cosiddetto Carlo Magno.
Dunque il team tedesco comunitario non è qui per proporre progetti politici ed economici, e nemmeno istanze di fratellanza e solidarietà umana ma per la consegna dell’inutile premio al Papa defilatosi alla grande sul problema e la questione spalancata degli immigrati. A cosa serve ai migranti tutto ciò sul breve o anche sul lungo periodo? A niente. A cosa serve ai cittadini europei? A niente. Tamquam non esset. Forse con un filino di malvagità mostrata in più da parte di chi è incapace quanto inutile, dannoso in Europa. Lo stato dell’Unione europea è infatti esattamente il ritratto del siparietto di questi giorni a Roma. E l’Italia ne fa da discutibile contorno. Quando al contrario, il nostro Paese avrebbe tutti i titoli per porre le questioni sul tavolo della ricontrattazione europea, se solo si fosse dotata nel frattempo di governo e Parlamento eletti legittimamente dai cittadini italiani, cosa tuttora impedita. L’Italia è difatti creditrice verso l’Europa avendo sinora versato quanto e più degli altri, cioè ben 60 miliardi, i nostri, per i salvataggi della Grecia, dell’Irlanda, del Portogallo e della Spagna. Non solo, l’Italia, a differenza degli altri Paesi europei, non ha utilizzato il fondo cosiddetto Salva Stati per la ricapitalizzazione del proprio sistema bancario, oggi peraltro nel maremoto e, per questo, si chieda ragione e giustificazione, si faccia valere la responsabilità e si intimi di risarcire il danno a chi di dovere, specificamente al primo dei tre governi mai eletti imposti da Giorgio Napolitano al Paese, quello di Mario Monti. E l’Italia è il Paese anche che ha disvelato la deviazione operata ad opera di chi, tra tecnocrati e burocrati, politici targati Ue, ha redatto ed applicato i regolamenti al posto dei Trattati a valenza generale, fin dal 1997 ad oggi, determinando e causando lo sfacelo sotto gli occhi di tutti, referendum su Brexit futuro tutto incluso. Il disastro impedisce e rende impossibile la parte preponderante dei Trattati europei che prevedevano così come prevedono la crescita, la solidarietà in funzione della crescita ed il benessere in Europa, nell’Europa unita e non tedesca.
Le guerre e le invasioni migratorie, anche terroristiche islamiche, hanno dato prova manifesta del fatto che ciascun Paese membro è andato per convenienza innanzitutto, per conto proprio, sia in guerra che sui propri confini, per lo più bloccandoli militarmente. Quando Sergio Mattarella si accorgerà dell’evidenza e cioè che il terzo governo non eletto dagli italiani è una burla a danno e spregio degli italiani tutti, e porterà questi ultimi al voto legittimo democratico, quando cioè si avrà un governo e un Parlamento finalmente eletti secondo democrazia, bisognerà che si dica forte e chiaro, ai fini della ricostruzione dell’Europa politica che verrà tra i Paesi che decideranno di farne parte, che il surplus accumulato dalla Germania e non investito crea ed è causa grave di uno squilibrio macroeconomico in danno di tutti gli altri Paesi europei, che determina effetti deleteri sull’intera Eurozona.
Bisognerà che si dica forte e chiaro che la Germania continua tuttora a fare salvataggi delle proprie disastrate banche pubbliche con soldi pubblici nonostante Direttiva sul bail in e quant’altro. Bisognerà si dica forte e chiaro che l’operazione Quantitative easing di Mario Draghi presidente della Bce avvantaggia la Germania innanzitutto, cosa che paradossalmente è passata sotto tono concentrandosi i tedeschi ad attaccare l’italiano Draghi. Bisognerà dire che la Germania, con la folle austerity e la fissa delle sanzioni a destra e a manca, dannosissime all’economia italiana innanzitutto e forse proprio per questo efferatamente imposte e sorprendentemente avallate in Italia dagli stessi che ci hanno fatto perdere affari in Libia così come con la Russia eccetera (chiedere a Napolitano/Gentiloni/Mogherini/amici tutti, anzi compagni), ha negato ogni possibilità di crescita ed occupazione in Europa perché fondamentalmente essa ha voluto farne da prepotente zavorra. Bisogna ricontrattare politicamente l’Europa, facendo bene i conti della serva, del passato e per il futuro politico democratico liberale.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:48