La vittoria di nessuno

Che Renzi canti vittoria è ovvio e ancora di più lo è considerando il carattere del Premier, che lo spingerebbe a intestarsi, se potesse, anche il probabile ulteriore scudetto della Juventus. Ma visto che il diavolo sta nei dettagli e per capirli ci vuole ben altro che il delirio di onniPotenza, nella realtà il Premier sta rotolando verso la sua Waterloo.

La Procura di Potenza ha rifiutato di fornire, anche parzialmente, gli atti dell’inchiesta a quella di Roma, l’intervento di Giorgio Napolitano a favore di una rapida modifica sulle intercettazioni, il movimentismo del Governatore Michele Emiliano (ex magistrato), ci dicono molto più di qualche cosa. Come se non bastasse, l’elezione di Piercamillo Davigo all’Associazione Nazionale Magistrati e la inaspettata e frequente ricomparsa in tivù di Antonio Di Pietro e una serie di spifferi gelidi che volano nei corridoi parlamentari, segnano più l’inizio della fine che del trionfo del Presidente del Consiglio.

Dunque, al di là dei numeri (che pure dicono molto) sul referendum “No triv”, le quotazioni del Governo sono tutt’altro che in ascesa. Se poi a tutto ciò aggiungessimo la retromarcia di Bankitalia sull’ottimismo del Def, l’irritazione che gira in Bce verso l’Esecutivo e che Pier Carlo Padoan fa fatica a contenere e soprattutto il sotterraneo malumore di alcuni verdiniani, il quadro di Renzi è tutt’altro che luminoso. Per questo il Premier farebbe bene a dedicarsi davvero ai problemi del Paese che, fino ad ora, ha amplificato e non risolto, a diminuire i suoi viaggi nel mondo da turista per caso, a studiare piuttosto una sua “soft” exit strategy, anziché accentuare la sfida e lo scontro con tutti. La dead line è fissata per ottobre con il referendum costituzionale, ma per come stanno andando le cose non è detto che non arrivi prima, indipendentemente dalle amministrative di giugno. Come dire, maggio è il mese delle rose, ma per Renzi potrebbero essere tutte spine. Staremo a vedere, per il momento si conferma che i proverbi sono veramente la saggezza dei popoli. Si sa, chi troppo vuole nulla stringe.

Infine, non sorprende la sperticata difesa tout court che Velardi, ospite di Formigli a “Piazza Pulita”, ha fatto di Renzi, aggettivando i contrari al Premier come “odiatori di professione”. In fondo tutti i reduci del comunismo, l’odio, specialmente quello sociale e politico, lo conoscono bene, essendone stati gli inventori...

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 16:54