La maleducazione   seduta al potere

Francamente non sappiamo se Matteo Renzi abbia capito che gli italiani sappiano “pensare e valutare”, ma soprattutto non sappiamo se il Premier si sia reso conto che certi atteggiamenti nulla producono se non indignazione e sconcerto. Inoltre lascia di stucco il pensiero su cosa gli suggerisca il suo staff nelle riunioni, che pure ci saranno, in tema di comunicazione, previsione e necessità urgenti. Come se non bastasse, non c’è talk-show politico che non mostri quotidianamente gli atteggiamenti supponenti e vagamente arroganti della stragrande parte dei membri di Governo. Rifiutano di rispondere anche al saluto di qualsiasi giornalista che tenti di intervistarli al volo, si barricano dietro la forza dei bodyguard, che spesso in malissimo modo respingono gli inviati, si mostrano indispettiti fino alla maleducazione ad ogni più semplice tentativo di domanda. Dimenticano, insomma, che seppure di altissimo livello istituzionale, sono e restano funzionari pubblici e soprattutto servitori dello Stato, cioè di tutti, visto che la Costituzione assegna al popolo la sovranità assoluta.

Ora, se è vero come è vero che talvolta sentirsi “braccati”, specialmente in certi frangenti, può essere fastidioso, è altrettanto vero che buon senso e buona educazione dovrebbero, più che mai a quei livelli, primeggiare su tutto. Al contrario, continuiamo ad assistere ad atteggiamenti di onnipotenza, di superiorità sprezzante, di delirio da incarico, che è un fenomeno squisitamente italiano. Altrove infatti, e ci riferiamo ai Paesi dove la democrazia non solo è compiuta ed evoluta, ma il rispetto per i cittadini e gli elettori è sacro, certe scene si vedono molto ma molto di rado. Eppure da noi, in tanti, troppi casi i politici e soprattutto i governanti, se ne infischiano e trattano il resto del mondo come fosse una sub-specie di sudditi che non deve permettersi. A parte il fatto che l’informazione, anche la più spicciola, non solo è libera e dovuta, ma è la testimonianza della civiltà democratica. Quello che sconcerta davvero è il non rendersi conto che i comportamenti pesano immensamente nel rapporto fra politica e cittadini. Pesano sempre e comunque, figuriamoci in periodi come i nostri che sono segnati da vergogne quotidiane, scandali, intrecci e malaffare.

Per questo il senso delle cose, l’attenzione ai problemi della gente, la considerazione delle difficoltà che vive, dovrebbe spingere, innanzitutto il Premier, ma a seguire i ministri e i parlamentari, ad adottare uno stile di umiltà, disponibilità e accondiscendenza particolari. L’Italia va male e la gente soffre, il fisco imperversa e i disservizi esplodono, gli scandali si moltiplicano e i sacrifici pure, sopportare tutto ciò e in più assistere a gesti di tracotanza ed a comizi di promesse inutili e dannose sta diventando una miscela pericolosissima. Ecco perché ci chiediamo se ci sia qualcuno in grado di suggerire a Renzi quale sia lo stile necessario da utilizzare per lui e per la sua squadra di Governo. Al Paese non servono ridicole affermazioni stellari su successi che la gente non vive e vede, non servono politici che si sentono divinità, non servono dichiarazioni trionfali continuamente smentite dai fatti. Serve invece più umiltà, più autocritica, più rispetto e più onestà nei confronti di un popolo che da anni è costretto a subire il peso di vere e proprie vergogne di Stato e che per questo non ne può più.

Noi lo diciamo da sempre che serve pacificare, serve tendere una mano, serve di abbassare e subito la temperatura del disagio sociale, fiscale, reddituale, perché il limite di rottura è vicinissimo. Farlo e subito sarebbe non solo salvifico, ma indiscutibilmente molto, ma molto meglio di qualsiasi rabberciata riforma.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:57