
La “Politica”? “L’arte del possibile”, per alcuni filosofi illustri. “L’arte di decidere”, secondo Matteo Renzi, come lui stesso ha spiegato benissimo alla riunione della direzione del Partito Democratico, il 4 aprile scorso.
Malgrado l’intervento algido e acido di Gianni Cuperlo, il suo discorso tiene e, probabilmente, ha aperto qualche breccia anche sul fronte avverso. Facile da spiegare, in fondo. Malgrado la sua giovane età, diciamo pure che il ragazzo Renzi conosce la politica molto, ma molto meglio di tanti altri “leader navigati”! Non cita legittimi impedimenti; non mira a un nuovo lodo salva-Premier, ma dice chiaro e forte verità lapalissiane, anche se scomode: “C’è fumus di reato penale in quello che dico, faccio e ho fatto? Bene. Indagate su di me ma, poi, voglio un processo giusto e una sentenza rapida (che c’ho altro da fare di meglio)!”. Fregati! Nello stile del suo personaggio, il segretario del Pd cala in pubblico l’asso pigliatutto della responsabilità politica. E quest’ultima la si boccia solo se si ha a disposizione un’alternativa valida e i voti. Tanti. Ben giocata, quindi. Dato che, come ribadisce il “ragazzo”, “quell’emendamento è una mia ‘legittima’ scelta politica”. Una lezione indiretta a Silvio Berlusconi? Da non escludere, certo.
Ma con sostanziali, notevoli differenze. Se il Cavaliere avesse a suo tempo mostrato lo stesso cipiglio (e fatto al contempo gli errori clamorosi dell’Esecutivo in carica, in materia di immigrazione e di vaniloquio con Bruxelles sui conti pubblici!), contro di lui si sarebbe scatenato l’inferno inchiostrato della stampa nazionale e internazionale, dei media, dei social e della comunità mondiale (Ue, con Germania e Francia in testa a tutti). E il buon Silvio sarebbe stato sommerso di insulti e di ridicolo, spianando così l’autostrada quirinalizia per una sua rapida sostituzione, senza passare al via elettorale.
Invece, persino il Corrierone e il mega-giga-trombonismo scalfariano che fanno? Minimizzano. Lisciano il pelo al padrone di turno perché, “Lui” sì che sa stare in campo e giocare alla grande con i “poteri forti”! Vedete, quelli come me non si dimenticano di certo che, quando fu sostituito in corsa il suo predecessore Enrico Letta, erano in scadenza e soggette a rinnovo circa 500 (cinquecento!) posizioni strategiche di vertice nella Pubblica amministrazione e nei maggiori enti pubblici economici, in cui lo Stato è il principale azionista! Spero che nessuno osi venirmi a raccontare che le scelte susseguenti furono operate esclusivamente (e tanto meno “prevalentemente”) sulla base del merito individuale, questo illustre sconosciuto che non è, di certo, il figlio prediletto del renzismo, che più clientelare, accentratore e monopolizzatore non si può, a beneficio dei nuovi giovani (e presuntuosi) cacicchi del Pd e del “caro leader”, ovvero del suo famoso entourage, denominato “giglio magico”!
Mi lasciate sfogare in poche righe contro quel fenomeno rivoltante che sono i talk politici della tivù italiana, assai frequentati dal “caro leader”? Sapete perché è un circo, secondo me? Perché i figuranti, nani e ballerine sono sempre gli stessi. Invecchiati, ma sempre gli stessi. Il Paese reale non esiste in televisione. Per costoro è una barzelletta, come quando fanno apparire le masse sullo sfondo, tenute a bada da guardianelle del nulla analitico, ma con la tessera dell’Ordine. Molto meglio la radio, pubblica e privata: Rai Radio 3 e Radio 24 aprono i microfoni al pubblico e lo fanno sul serio. Non potete credere quanti siano gli italiani colti e intelligenti che intervengono.
Io continuo da parte mia a odiare il “politically correct” che ci evira, ci toglie le nostre stesse viscere della sana vis-polemica. Per esempio, a proposito di “Foreign Fighters”: non c’è niente di peggio di un convertito. I martiri con cittadinanza europea della Jihad lo sono. E, guarda caso, tutti ex marginali e delinquenti, puntualmente “redenti”. Basterà, per capire, leggere il bel libro di A. Orsini: “Isis - I terroristi più fortunati del mondo”. Ma al-Baghdadi non riesce a colpire Israele, guarda caso.. Perché gli ebrei sono gente molto, molto seria. Sopravvissuti a mille persecuzioni, abituati “all’occhio per occhio”. Noi invece siamo papisti ecumenico-renziani da una vita. Non si concilia l’inconciliabile. Quando non eravamo Ue, ricordo che il terrorismo dell’Olp colpiva ovunque, pur avendo noi la piena sovranità nazionale sulle strategie antiterrorismo. Sicché, venimmo a patti…
Quindi, l’analisi corretta, secondo me, non è quella di individuare la Luna Nera dell’Isis ma il “perché” noi europei siamo uniti per la coda monetaria e non per la “testa” politico-militare-finanziaria. Tel Aviv controlla a meraviglia lo scalo Ben Gurion. Noi, per applicare i loro metodi, dovremmo azzerare la nostra intelligence e rifarla ex novo con dieci volte gli effettivi attuali! A spese del contribuente! Poi, ben presto tornerò anche a parlare di petrolio, nucleare ed energia alternativa. Vedo che ce n’è un gran bisogno!
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 16:46