Il Partito e la galassia radicale sono formulazione politica dal carattere libertario e in quanto tale l’unica responsabilità che conta è quella individuale. Per comprendere meglio, ognuno può far ciò che vuole, l’importante è l’impegno nella promozione dello Stato di diritto e l’iscrizione, la famosissima “assicurazione sulla vita”. Decenni di analisi politica hanno prodotto la proposta transnazionale ai problemi della società globale: la transizione dalla ragion di stato allo Stato di diritto, attraverso l’affermazione del diritto umano e civile alla conoscenza. La visione politica del Partito Radicale e delle sue organizzazioni non governative è quella dei diritti umani, del rafforzamento della democrazia, dello Stato di diritto e del federalismo contro il prevalere dei nazionalismi, dei secessionismi delle piccole patrie e delle ragion di Stato. Nel mondo occidentale, e altrove, assistiamo allo sgretolarsi della certezza del diritto, lo svilimento dei caratteri universali impressi dalle Convenzioni internazionali per la tutela delle libertà fondamentali, individuali, politiche e sociali. Anche la realtà del regime italiano è tale da impedire un sano dibattito pubblico sui programmi e le visioni politiche di tutti gli schieramenti.
L’accesso all’informazione pubblica risulta sempre più difficile ed è visibile un progetto politico dispotico finalizzato alla giustificazione popolare dello stato emergenziale e securitario. La forza del regime italiano, che è divenuto percettibilmente europeo, è quella di scegliersi la propria opposizione e in tale scontro-incontro di regime a rimetterci sono solo le garanzie transnazionali del diritto umanitario e dello Stato di diritto. Numerosi compagni della galassia radicale hanno deciso di presentarsi alle elezioni politiche di quello che, anche loro, concepiscono come regime e attraverso lo strumento elettorale vorrebbero tentare di conquistare “fortezze” di diritto e di libertà. A loro va il mio immenso in bocca al lupo e i migliori auguri di buon lavoro, ma il processo in corso di “democrazia reale” nel mondo occidentale e le ragioni di stato del mondo mediorientale non possono ridursi alla presenza elettorale in alcune delle maggiori città italiane. La concepibilità del carattere universale dei diritti storicamente acquisiti va difesa attraverso meccanismi transnazionali, in seno alle Nazioni Unite e nel continuo dialogo con ambasciate, organizzazioni non governative e istituzioni internazionali. Attraverso tale logica possiamo comprendere il lavoro di Marco Pannella, Matteo Angioli e dell’ambasciatore Giulio Terzi per il progetto di transizione dalla ragion di Stato allo Stato di diritto; secondo tali parametri va letto ciò che si sta intraprendendo con l’ex ministro Franco Frattini e con la Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale (Sioi).
Il Partito Radicale resta, per fortuna, un partito libertario e ognuno liberamente sceglie la visione politica da concepire e concretizzare. Semplicemente, cerchiamo di non abbandonare l’interpretazione illuminista e universale contemporanea che ci contraddistingue, battendoci con forza e determinazione nella difesa dei diritti umani, anche attraverso la codificazione del nuovo diritto alla conoscenza. Il Marco nazionale direbbe: “Essere speranza, non avere speranza”.
(*) Consiglio direttivo di Nessuno tocchi Caino e membro della Lidu Onlus
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:00