
L'Italia è occupata dai comunisti, cioè da Renzi, e prima da Letta e da Monti mai eletti dagli italiani e imposti loro, impostoci contro e in violazione della Costituzione, da Giorgio Napolitano con il colpo di Stato o ad alto tradimento del Paese che dir si voglia. I comunisti hanno imposto la propria ideologia con metodo antidemocratico e dittatoriale tale e quale a quello, mutatis mutandis, con cui i fascisti hanno imposto storicamente in Italia il proprio. Fascismo e comunismo sono ideologie e sistemi politici che mirano ad essere totalizzanti e non ammettono, in quanto tali, metodo o humus, terreno fertile democratico. Chi dice di essere comunista, in Italia, pensa che i suoi oppositori siano fascisti e viceversa chi è fascista ritiene che i suoi oppositori siamo i comunisti. Ma ci sono altri credo politici, ben più illuminati e meno totalizzanti dei due e, forse anche perché, più libertari ed inclini alla libertà ed al suo riconoscimento, meno prepotenti e significativamente più democratici. Come è ad esempio il liberalismo. Esiste in Italia il liberalismo? Sì, esiste. È latente, più un’arietta leggera che si leva tra un mattone politico (comunismo) e l’altro (fascismo), di tanto in tanto.
Ogni italiano pensante si dice liberale ma poi, allo stringere, è in politica sul lavoro a casa un efferato comunista o fascista a seconda dell’inclinazione naturale ma soprattutto della convenienza personale. Esistono i liberali in Italia? Esiste il liberalismo? Il pensiero liberale? Che cos’è? Liberalismo non è comunismo né fascismo, non è le cooperative né Mafia Capitale così come non è panstatalismo dirigistico in cui alla fine, sia nell’uno che nell’altro caso, si distanziano entrambi. In realtà, è da constatare come con metodi in violazione della democrazia entrambi si sono affermati e spartiti fette di Stato, fino appunto farlo a fette, a pezzetti. In mezzo il popolo italiano truffato e turlupinato sia da comunisti che da fascisti. Non ci rimane che spingere e provare a vivere il liberalismo. La libertà, dallo Stato innanzitutto, non ha mai fatto male a nessuno e non potrà che dare del gran bene pure a noi italiani tutti.
La regola numero uno del liberalismo democratico è darsi dei rappresentanti eletti dal popolo, in maniera democratica, cioè con voto ed elezioni democratici. Poi ispirare e realizzare la politica economica liberale vale a dire ridurre lo Stato fino a farlo divenire minimo, tagliare drasticamente la tassazione da Stato tirannico e vessatorio in cui ci troviamo, e falcidiare la spesa pubblica facendo convergere, convertire, trasformare, le forze produttive a disposizione in Italia, cioè la spesa pubblica in produttiva e provata. Bisogna trasformare i numerosi improduttivi ministeri pubblici in fabbriche ed industrie produttive ed efficienti private. Nell’arco di una quindicina di anni, con progetto coraggio e visione intelligente ed astuta è necessario allineare il nostro Paese a livello dei Paesi economici e sociali più evoluti e, correre! Bisogna convertirci e cominciare a correre! Il mondo del libero mercato e del lavoro vero non aspetta. Sta correndo nel mondo senza di noi, che siamo non pervenuti e, così come siamo, destinati a rimanere e stare a guardare gli altri che corrono! A meno di non partire e fuggire dal vergognoso ed indecente Paese che siamo oggi. Convertite, trasformarsi, investire soldi pubblici per convertirci e poter finalmente correre verso la crescita, lo sviluppo e il benessere di tutti noi. Qui, non da un’altra parte. Si cominci col voto. Al peggio, purtroppo, non c’è mai fine. Si corra grazie al liberalismo verso il mercato vero.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:52