Saviano & Gramellini

All’indomani della strage di Bruxelles ha twittato Roberto Saviano: “L’unica risposta possibile all’orrore è accogliere. Il terrorismo si combatte solo con l’integrazione”.

Nelle stesse ore, su “La Stampa”, Massimo Gramellini ha spiegato invece che “qualcuno ci ha dichiarato guerra e che qualunque muro eretto tra noi e il nemico è ridicolo perché il nemico è già penetrato nella fortezza Europa. Ci è nato, ha frequentato le sue scuole, usufruito dei suoi servizi, imparato le sue lingue e quanto basta dei suoi costumi per coglierne gli aspetti più vulnerabili”.

Dal nostro modesto punto di vista i due esponenti dell’intelligenza progressista ci mettono praticamente con le spalle al muro. Perché l’integrazione reclamata da Saviano potrebbe essere la stessa che ha già fatto “penetrare nella fortezza Europa il nostro nemico” il quale, oltre ad esserci spesso nato, ne ha pure frequentato le scuole, usufruito dei servizi, ecc., ecc..

La verità è che si ha l’impressione (?) che in certi ambienti si preferisce accusare di populismo, demagogia e speculazione politica chi la pensa diversamente sulla delicata materia della difesa dei confini nazionali e della sicurezza del territorio. E per farlo ci si arrampica quanto basta su specchi quanto mai scivolosi pur di non ammettere che più trascorre il tempo e più la situazione rischia purtroppo di imboccare una strada senza ritorno.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:00