
Chiedersi il perché in Italia l’astensionismo sia cresciuto pericolosamente, appare piuttosto inutile guardando gli spettacoli che, quotidianamente, politica e classe dirigente ci offrono. Pensiamo al quadro generale che, a partire da quello di Renzi and Company, si va dipingendo in un periodo oltretutto difficile, che dovrebbe spingere alla sobrietà, alla riflessione e all’uso del “sale in zucca”. Resta invece la convinzione per la gente, che il virus dell’improntitudine, dell’ipocrisia, dell’incapacità e in troppi casi della disonestà, sia penetrato molto più di quanto si pensasse.
Per questo scandali e ruberie esplodono come fuochi d’artificio, sfide politiche da “far west” sono pane quotidiano, manifestazioni di pochezza civica e culturale segnano il copione giornaliero. Insomma, l’Italia, che pure ne ha viste e subìte di tutti i colori, sta vivendo un clima di peggioramento tale da conquistarsi il primato nella sua storia. Ecco perché la frattura di fiducia e di partecipazione fra Stato e cittadini non solo si avvia ad essere definitiva.
La colpa di questa accelerazione è senza dubbio del Governo Renzi, che insediandosi in una fase già difficilissima di suo, per colpe precedenti, anziché provvedere immediatamente ad una pacificazione fra Stato e cittadini ha acuito le esasperazioni. Lo ha fatto con gli ottanta Euro elargiti ad una parte contro l’altra, lo ha fatto condonando con la voluntary disclosure i milionari, ma lasciando nelle grinfie del fisco i poveri cristi e o ha fatto promettendo polvere di stelle e distribuendo poi sabbia del deserto.
Insomma, il Premier anziché calmare gli animi e abbassare la temperatura dei disagi sociali, fiscali, economici, ha pensato bene di lasciar invadere l’Italia da un’immigrazione incontrollata, che il fisco insistesse in assurde persecuzioni, che la Legge Fornero dispiegasse tutti i suoi malefici. Il risultato di tanta dabbenaggine non poteva che essere quello che vediamo: un Paese disgustato, sfiduciato, indignato fino al limite della rivolta. Ecco perché lo spettacolo della corsa elettorale alle prossime amministrative rischia di trasformarsi nella goccia che farà traboccare il vaso, a favore della protesta e dell’astensionismo.
Come se non bastasse, gli incessanti tentativi di illudere gli italiani con notizie brillanti di un’Italia che non c’è (perché non c’è davvero), ottengono solo il risultato di aizzare definitivamente anche i più pazienti. Sta tutta qua la ragione del clima nostrano, rabbia, ansia, timore e paura del futuro ed è la stessa ragione per la quale l’Italia non cresce, non consuma, non investe. Senza un ripristino di fiducia reciproca, senza un atto di contrizione della politica, senza un gesto di ammissione di colpe e di responsabilità da parte della classe dirigente, gli italiani non solo non abboccheranno più a qualsiasi favola, ma si irrigidiranno fino all’inverosimile.
Figuriamoci poi con lo stile di Renzi, che rappresenta la plastica testimonianza del contrario, con la sua supponenza e i suoi fanatismi inutili e sgradevoli. Insomma, procediamo alla velocità della luce verso un bivio dirimente, o la politica scende dal piedistallo e si inginocchia per le sue colpe devastanti, oppure sarà tutti contro tutti e finiremo a ramengo. Del resto se errare è umano, perseverare non solo è diabolico, ma per come ci hanno ridotti è sempre più pericoloso.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:51