
Correvano gli anni Settanta e la triplice sindacale tuonava contro la jungla retributiva: a parità di lavoro stesso stipendio. Sono stati aperti molti cosiddetti “tavoli”, esperti d’incerti saperi hanno sviluppato ragionamenti arricchiti di dati e tabelle. Lavori usuranti, lavori pericolosi, lavori ordinari, lavori non lavori, lavori ma non troppo, lavori seduti, lavori in piedi, lavori orizzontali e verticali. Lavori di concetto e lavori manuali. Insomma tanti tipi di lavori. Le leggi e meglio i contratti collettivi nazionali declinano dettagliatamente funzioni e mansioni. Nessuno s’incarica di verificarne la produttività, l’esecuzione del compito o i risultati raggiunti. Vero è che se il posto di lavoro è al pronto soccorso gli operatori non possono non assolvere il compito con grande impegno e rapidità. Lo stesso accade se il lavoratore è un carabiniere, un agente della polizia di Stato. Il pronto soccorso dell’ordine pubblico. In servizio permanente effettivo; ogni giorno e ogni notte. Per i cittadini l’unico approdo è appunto il pronto soccorso dell’ospedale e le stazioni dei carabinieri e dei commissariati di polizia di Stato. Certo la pratica non può essere rinviata a domani, un lontano domani. Ciò che risulta tragico e ridicolo allo stesso tempo è sentire quel popolo allegro di aspiranti sindaci, presidenti di regione e loro cortigiani, commentatori a stipendio fisso, risolvere il problema della sicurezza dei cittadini delegando alle forze dell’ordine il compito, con esenzione di ogni responsabilità, come se le forze dell’ordine fossero un esercito sconfinato di addetti, lautamente pagati.
Gente dal Dna particolare che non mangia, non dorme, non sente mai la fatica, non ama il tempo libero, non ha famiglia, non gioca a calcetto. È totalmente votato al proprio lavoro, al quale dedica tutte le energie e tutto il tempo della giornata, della notte ed oltre. Votati al dovere per la salvezza di tutti. Anche nel dibattito attuale sulle elezioni amministrative in grandi città i candidati alla poltrona di sindaco sul tema della sicurezza denunciano tutta la loro insipienza, la loro incompetenza su un problema che riguarda tutti, specialmente donne e bambini. Uno aveva detto che avrebbe rivoltato la regione come un “pedalino” (forse voleva dire calzino), un altro che voleva liberare Roma. Oggi sentiamo parlare di risistemare i giardinetti in periferia, di imitare il sindaco di New York o peggio la costruzione di piste ciclabili e far rispettare le leggi e tutti devono svolgere il proprio compito. Ogni commento a queste sciocchezze è superfluo. Purtroppo, sul tema della sicurezza in Italia è andato in scena il solito défilé mortuario, le solite facce di commentatori, di esperti, di rappresentanti del popolo e delle istituzioni che hanno stancamente alimentato il cosiddetto confronto di idee e posizioni, con i soliti espedienti dialettici privi di senso, un eterno tentativo di opaco ricorso alla ragione, che non c’è. Posizioni personali indimostrate prive di qualsiasi esame dei fenomeni, in assenza di dati empirici e soprattutto non avendo capito la responsabilità del governare e, quindi, di agire con tutte le conseguenze relative. Un vago chiacchiericcio fatto di apparizioni audio video, stando alla finestra, di fronte alla tragedia della sicurezza, che non c’è, della sofferenza e della paura dei cittadini, del dolore dell’esistenza di un passato più sicuro, in assenza di un rispetto per la sacralità dei bambini, di tutti i bambini, in continuo pericolo nelle città dove sono nati. Esiste una gerarchia dei problemi e data la pochezza delle risorse economiche non è difficile decidere che prima si risolve il problema della sicurezza e gli altri problemi prioritari per la vita dei cittadini e poi i giardinetti o le piste ciclabili che sono comunque necessari. Servono le risorse economiche; i quattrini, per dirla volgare, e vanno trovati.
Anche le regioni ed i comuni, visto che si avvalgono delle forze dell’ordine, devono contribuire, tagliare dove sanno e versare a carabinieri, agenti di polizia e finanzieri. Non un aumento mensile netto di 3,50 euro al mese, ma il raddoppio dello stipendio, riducendo quello dei magistrati, funzionari e dirigenti pubblici, licenziamento di tutti quelli che si trovano in posizione apicale nelle 11mila municipalizzate (non servono, tanto i servizi non avranno una flessione visto che sono a livello zero). Come? Chi non è d’accordo può andare a casa, non è indispensabile per l’azienda pubblica. Basta andare una mattina al Consiglio regionale del Lazio. Sembra Villa Borghese, tutti a passeggio per i corridoi con stipendi a posto fisso, doppio di quello dei carabinieri in proporzione alla qualifica. Stanze di dimensioni esagerate, arredate con mobilio faraonico e regolarmente vuote. Nessuno è competente e nessuno risponde. Tutti sono impegnati in altro, un altro misterioso. Mancanza di democrazia, la Costituzione più bella del mondo, la dittatura del monarca, i principini in cerca di visibilità, la fine dei boiardi, le trame di Palazzo, le guerre di Vandea, parlamentari in libera uscita, ingerenze gravi, giovanilismo e rottamazione, parentopoli prima e dopo, i brigatisti e terroristi rossi nei governi passati eletti in Parlamento, consulenti nei ministeri, nelle giunte comunali e regionali. Consulenze di tutti i colori, chi compra e chi vende, traditori e bugiardi, le libertà civili quando servono, i diritti archiviati e i doveri respinti, compatibile-incompatibile, moderati e rivoluzionari, la prova della piazza (pacifica e aggressiva).
I carabinieri e la polizia hanno comunque torto, i giovani sono sempre giustificati, finti pacifisti sempre in guerra. Come pensano di valorizzare i talenti e confrontarsi sul piano internazionale? Con i reduci del comunismo e i figli alla nutella delle opere pie (ex Democrazia cristiana). La piazza è il luogo delle idiozie. Il Governo del fare ha fallito il suo impegno. L’economia vuole la stabilità, volano i derivati, precipita la finanza creativa. Le politiche per lo sviluppo del Paese da sempre in cantiere. Il Consiglio per le relazioni Italia-Usa guarda al futuro, mentre la Fiat chiede il contratto separato dell’auto, ponendo l’esigenza di creare le condizioni per favorire gli investimenti in Italia. Ed ancora, umori della società civile, surplus di democrazia, senso delle istituzioni, cultura e capacità di Governo. I Pubblici ministeri indaghino. Responsabili-irresponsabili. Scusateci, non siamo in grado di capire, di comprendere quello che dite e che intendete fare. Tutti i lavoratori autonomi possono con buone prestazioni consolidare la clientela acquisita e tranquillizzarsi per il futuro. L’economia globalizzata ha bombardato il fortino del posto fisso. Piaccia o no, così è. I carabinieri sono gli unici addestrati al lavoro precario, non sanno se la sera o la mattina tornano a casa dalla propria famiglia; chiamata sovente a piangere seguendo la bara del proprio caro. Non possono neppure difendersi: eccesso di difesa, omicidio volontario, tentativo di omicidio volontario. La disoccupazione è aumentata, è diminuita? Non si sa. Le statistiche, i numeri non lo dicono. Gli immigrati regolari concorrono al 10 per cento del Pil. Rischi di perdite degli istituti esposti nell’immobiliare. Il triangolo delle vulnerabilità: deficit-banche- Pil. False cooperative usate per licenziare e sconti su fisco e costo del lavoro. Il mercato corre veloce, sfuggono tutte le opportunità, le dispute da condominio sono un macigno di cui bisogna liberarci, altrimenti affogheremo tutti. Chi per primo sarà in grado di recidere il peso inutile, la zavorra, sarà il candidato per la guida del Paese. È l’ora delle forze dell’ordine, dei carabinieri l’unico presidio, l’unico riferimento dei cittadini che subiscono il quotidiano Far West. Trovate i soldi per le forze dell’ordine cari governanti e parlamentari, soprattutto per il vostro bene. È chiaro!
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:53