
Quindi, riepilogando: Berlusconi, Salvini e Meloni si accordano per puntare insieme (“unitariamente” se più piace) su Guido Bertolaso quale candidato a Sindaco di Roma. A dire la verità l’ex capo della Protezione civile strappa un segno della croce ogni qualvolta sta per aprire la bocca, tanto è che alla fine può essere paragonato al buon Tavecchio che, in tema di gaffes, sembrava essere inimitabile.
Alla fine Salvini fa un passo indietro su quel sostegno e la Meloni decide addirittura di scendere in campo in prima persona: entrambi, cioè, mandano a farfalle l’accordo su Bertolaso che resta candidato della sola (e malridotta) Forza Italia. L’area moderata si presenta così con cinque candidati (se si presenta anche Flavio Tosi) e la sconfitta è assicurata, per la gioia di Movimento Cinque Stelle e Partito Democratico. A meno che non vada in porto l’iniziativa di Storace (altro candidato alla poltrona di primo cittadino capitolino) tesa a mettere intorno ad un tavolo tutte le forze di centrodestra per individuare un candidato comune.
Per invertire l’attuale strategia masochista occorrerebbe un vero e proprio “colpo di teatro”, dettato dalle contingenze e nient’altro. Come, ad esempio, un accordo tra Forza Italia ed Alfio Marchini che appoggi quest’ultimo per l’elezione a sindaco con Bertolaso suo vice con delega a protezione civile e grandi eventi. A quel punto non resterebbe che stare in finestra per vedere “l’effetto che fa”: soprattutto sulla Meloni e Salvini. Sempre che Storace non riesca nell’impresa.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:57