
Caro direttore, sono consapevole che le prossime righe potrebbero costituire una sorta di “spot pubblicitario indiretto” ma certe cose, a mio modesto parere, non possono passare inosservate soprattutto perché simili vicende dimostrano che, purtroppo, Roma (ma non solo) è praticamente alla frutta.
Mi riferisco, caro direttore, al profilo Facebook che Cristiano Davoli, promoter dell’iniziativa, ha denominato “Tappami”: niente di pornografico, stia tranquillo. È soltanto una pagina dove i cittadini della Capitale segnalano la presenza di buche sulle strade e il gruppo che fa capo al Davoli, in modo volontario, interviene con il bitume per “mettere una pezza”.
All’iniziativa, indubbiamente encomiabile ma con tutti i limiti tipici del fai-da-te, sono stati dedicati diversi spazi da alcuni quotidiani romani, il che conferma ulteriormente (qualora ce ne fosse stato ancora il bisogno) che le vie romane sono oramai ridotte a percorsi di guerra. La perplessità, però, nasce dal fatto che nella Città Eterna ci si debba organizzare privatamente a svolgere ciò che il “pubblico” non riesce ad assicurare: altrimenti, perché i romani dovrebbero pagare le tasse?
Caro direttore, ma ti sembra giusto che i privati si organizzino volontariamente per rattoppare le buche delle strade? Ma ti sembra giusto che i cittadini decidano di ripulire il tratto di marciapiede di fronte al loro portone o al loro esercizio commerciale? Ma l’ente pubblico dove sta?
C’è da aspettarsi che, prima o poi, qualcuno crei artificialmente una razza di gatti particolarmente voraci ed aggressivi per sterminare le colonie di topi che imperversano a Roma, che qualcun altro crei a sua volta roditori in grado di dare una mano a completare la rete sotterranea della metropolitana, fino ad arrivare magari all’inventore di un micro-robot che sia in grado di riparare in pochi secondi autobus o treni metropolitani sfasciati.
Caro direttore, te lo voglio confessare: ho il serio timore che certi declini, che certe derive, che certe tendenze, siano difficilmente invertibili. Un saluto.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:56