
La società che dobbiamo costruire in Italia e verso cui dobbiamo andare è quella capitalistica democratica liberale, cioè di mercato, aperta al mercato, alla ricchezza, quella data dal mercato vero. Attualmente si è all’esatto opposto. Il Paese è stato rubato con l’imbroglio, in violazione della democrazia e del sistema democratico italiani, da Giorgio Napolitano che ha imposto, com’è tuttora, governi illegittimi, in quanto mai eletti dagli italiani. La strada imposta da Napolitano è quella del comunismo sovietico, cioè la distribuzione e redistribuzione della miseria per tutti. Imposti contro democrazia cioè Monti, Letta, Renzi e Napolitano, con l’utilizzo dei giudici sodali per convenienza – Renzi e compagni difatti li hanno assunti e assumono tuttora al governo (tra i tanti, si pensi a Cantone, Roberto Rossi per Etruria) – ha letteralmente “piallato”, vale a dire colpito e abbattuto, sdrenato l’intero Paese a colpi di tassazione feroce contro gli italiani e sempre crescente (tra i mille esempi, lo scandalo da ultimo del canone Rai in bolletta per pagare profumatamente amici e compagni di sinistra che reggono il moccolo nella televisione di regime di Renzi e compagni), e caricato sempre più la spesa pubblica contravvenendo a ogni regola e limite, con sanzioni europee all’Italia a iosa, e distribuito miseria, tanta miseria per tutti, pubblici e privati, conservando e implementando peraltro i privilegi economici pubblici di casta. La strada è letteralmente l’inverso, ovvero una politica economica di produzione, investimenti e di crescita, di benessere collettivo in base a libera scelta e manifestazione ed espressione di voto democratico degli italiani tutti.
Non è un caso difatti che Napolitano/Renzi strappino dalle mani degli italiani il potere di scegliere i senatori imponendo, senza che gli italiani possano scegliere, soggetti delle Regioni note idrovore di soldi pubblici privi di controllo alcuno e privi di responsabilità o criterio alcuni se non quelli dello sperpero e del demerito. In Italia siamo sulla strada sbagliata, ed è necessario far riesumare e rivivere il fantasma liberale che pur ha aleggiato ed aleggia tra noi. Solo da ultimo è giunta l’ennesima conferma, stavolta targata Usa, che, per voce dell’ambasciatore, ha ribadito come l’ex partito comunista italiano oggi Pd ha voluto rovinare Berlusconi e le sue imprese. I documenti (carta canta) sono lì a dimostrare per tabulas come nel maggio 1994 l’ambasciatore statunitense avvisò la presidenza Clinton come “il Pds è deciso a distruggere il nuovo premier”, cioè Berlusconi. Pochi mesi dopo c’è stato l’agguato dei pm di Milano. E la storia più recente prova in quale modo, dove la sinistra comunista non è arrivata allora per mano dei giudici conniventi, è arrivata per via incostituzionale con Napolitano e i governi illegittimi di sinistra di oggi (Napolitano/Monti-Napolitano/Letta-Napolitano/Renzi), Ncd è di sinistra tanto e più di Renzi.
Più di recente ha provveduto direttamente Napolitano a scacciare il fantasma liberale e la possibile crescita e benessere di tutti gli italiani, precisamente da Presidente della Repubblica ed ex presidente, e vent’anni fa da Presidente della Camera con lo smistamento ed indirizzo delle inchieste contro i partiti politici non comunisti. La sinistra comunista, oggi totalmente incapace al potere rubato, ha voluto da sempre distruggere non solo Silvio Berlusconi ma ogni barlume di tentativo di sistema liberale in e per l’ Italia. Comunisti e postcomunisti non hanno mai accettato né la discesa in campo né la democrazia data dal voto della maggioranza degli italiani, ed hanno operato come tuttora operano e per togliere di mezzo qualsivoglia voce liberale, togliendola di mezzo anche con l’uso della giustizia fatta ingiusta e andando all’arrembaggio del Paese, per scannarlo, scannarci, e depredarlo, depredarci. Berlusconi è stato votato legittimamente e scelto dagli italiani. Abusivi sono Renzi, Letta, Monti e i predatori comunisti, più o meno mascherati e nascosti, che operano, occupano la cosa pubblica, violano e tramano contro il nostro sistema democratico, costituzionale, di diritto e di “giustizia”, contro la sacrosanta libertà di noi tutti, oggi violata.
Le carte della diplomazia statunitense “cantano” e parlano chiaro, fanno prova, costituiscono il documento che anticipa ciò che sarebbe puntualmente successo di lì a pochi mesi allora, cioè l’uscita forzosa e coartata di scena di Berlusconi cui era stato all’uopo recapitato l’avviso di garanzia da parte del pool Mani pulite, con i denti affondanti sui brandelli del liberale o tentato liberale di turno, allora di Berlusconi. Il partito comunista non tollerava allora come tuttora l’idea di non avere i voti e che allora la macchina da guerra di Achille Occhetto fosse stata battuta quando pensava di avere campo libero sulle macerie, causate alla bisogna, della Prima Repubblica. L’ambasciatore statunitense ha lasciato chiari documenti provanti che “gli uomini del Pds (e D’Alema in particolare) hanno apertamente fatto sapere che se venissero eletti distruggerebbero economicamente Berlusconi. È stato riferito che D'Alema avrebbe detto, mai smentito, che il suo grande desiderio era quello di vedere Berlusconi elemosinare nel parco. È stato anche riferito che altri esponenti Pds avrebbero detto che lo stesso Berlusconi farebbe bene a lasciare l’Italia in caso di loro vittoria perché l’avrebbero distrutto”.
In pratica i comunisti italiani hanno fatto e fanno tuttora le scarpe a chi produce qualcosa in Italia, per accaparrare per sé e andare all’arrembaggio, arricchirsi di nostri soldi pubblici, trovando ed utilizzando quale sponda l’azione della magistratura politicizzata di parte che allora ha ucciso di fatto il governo legittimamente eletto inviando al premier l’invito a comparire per corruzione, recapitato direttamente in edicola dal “Corriere della Sera” di regime, durante la famosa conferenza internazionale contro la criminalità a Napoli. Allo stesso modo oggi, evitate ed impedite le urne agli italiani, si ostacola, blocca ed impedisce al Paese tutto di progredire, di andare avanti, votando, verso la propria crescita, per il proprio benessere e ricchezza. Si corra a votare. Si corra a dare legittima voce e corpo democratico al fantasma liberale, a farlo diventare realtà, cioè a dare voce alla nostra libertà, di crescere, produrre, lavorare, investire e vivere nel benessere possibile nel nostro Paese.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:53