Siamo seri, per favore

Caro Salvini, ci ripensi e subito, lasci perdere la sciocchezza dei banchetti per capire la volontà dei romani che, per quanto è sterminata Roma, ce ne vorrebbero a migliaia e migliaia per tirare fuori una qualche indicazione attendibile. Ma lei lo sa che ci sono singoli quartieri che contano più abitanti di una media città italiana? Dunque, come può pensare di risolvere con qualche tavolino la preferenza sul candidato sindaco, questa è una banalità da asilo infantile, ci creda. Torni rapidamente sulla sua scelta iniziale a favore di Guido Bertolaso e non si attacchi a scuse su alcune discutibili frasi dell’ex capo della Protezione civile, anche perché Alfio Marchini è il candidato del suo peggior nemico, il ministro Angelino Alfano. Oltretutto, il bell’Alfio non ha meno amici nel centrosinistra di quanti semmai non ne abbia Bertolaso, dunque, di cosa vuole parlare caro Salvini? Di esperienza, di professionalità, di capacità?

Ma lei lo sa che è stato proprio Bertolaso a creare una Protezione civile così efficiente da essere ammirata in tutto il mondo? E se lo ricorda che il garantismo è stato il fulcro di ogni battaglia del centrodestra? Rammenta per caso che, con tutto il rispetto, Marchini partecipò alle primarie del Pd? Allora, caro Salvini, dove vuole andare a parare per una dichiarazione sui rom magari improvvida ma tutta da chiarire?

Torni indietro segretario e la smetta di dare retta a chi le sta dando consigli inutili e dannosi, perché, insistendo così, non solo affosserà del tutto il centrodestra, ma contribuirà a consegnare Roma ai grillini, oppure al centrosinistra. Ci creda, la sua leadership non la otterrà né con la ruspa né con i fucili, tantomeno facendo i capricci e cambiando idea un secondo dopo averne sposata un’altra. Oggi Roma è una catastrofe naturale, un coacervo di degrado e disservizi da impallidire, un groviglio burocratico e amministrativo pazzesco, una terra di nessuno dove, purtroppo, gli stessi romani da tempo non si ritrovano più.

E lei caro Matteo in un caos simile, che a metterci le mani ci si brucia in un attimo, pensa che potrebbe esserci un uomo più esperto di emergenze, disastri e pubblica amministrazione di Guido Bertolaso? “Ma mi faccia il piacere”, diceva Totò.

Roma è vittima di giunte politiche che da decenni l’hanno rovinata, è vittima dello stesso disinteresse dei romani che, sbagliando, la trascurano e dell’incapacità di chi, da sempre, ha preferito gli Hollywood party alla fatica sul campo, a partire dalle periferie dimenticate. La città eterna è vittima del malaffare che ha pervaso e pervade l’Italia da Nord a Sud e ci spiace per Raffaele Cantone, ma gli anticorpi di Milano li ha visti solo lui. Caro Salvini, Roma ha bisogno di un sindaco faticone che sappia scegliersi una squadra altrettanto forzuta in grado, con l’esempio, di trascinarsi dietro tutta la città e solo chi è stato giorno e notte in mezzo ai disastri può riuscirci. Bertolaso non sarà né un eroe né un santo, ma ha affrontato e risolto tanti di quei guai e rimesso in sesto tante di quelle situazioni che, per Roma, può essere una chance concreta.

Torni sui suoi passi dunque, segretario, converga su Bertolaso come convenuto e lasci che giochi la sua partita, che se poco poco la dovesse vincere, ci creda, gliene tornerebbe merito, anche per la sua leadership nazionale. Roma del resto non è una città qualsiasi e lei Salvini dovrebbe sapere bene, anche se è di Milano, che vincere o perdere nella Capitale fa una grande, grandissima differenza.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:13