Rom: la rettifica

Pubblichiamo la seguente rettifica a firma di Paolo Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio.

Gentile direttore, le scrivo in relazione all’articolo dal titolo “I Rom della Capitale fuori dalla videoarena” a firma di Camillo Maffia pubblicato sulla vostra testata on-line lo scorso 18 febbraio 2016.

Nello specifico tengo a contestare l’affermazione me attribuita come presidente dell’Associazione 21 luglio riportata in virgolettato “Occorre azzerare ogni rappresentanza Rom”. Tale frase, estrapolata da una riflessione ben più ampia e non correttamente trascritta, risulta fuorviante, va contro il pensiero da me espresso in diverse occasioni e risulta offensiva rispetto alla mia opinione.

La frase in oggetto specificata è stata probabilmente estrapolata da un mio post edito sul mio profilo Facebook in data 9 luglio 2015, tutt’ora visibile, e che in tale sede si riporta integralmente: “Negli ultimi 25 anni a Roma i “sedicenti rappresentanti rom” sono stati gli strumenti in mano ad amministratori, partiti e associazioni (anche rom) per la difesa dei rispettivi interessi. “È la democrazia! - ci è stato ripetuto - i rom vanno ascoltati!”. Mi si dica un luogo, a Roma, dove nell’ultimo quarto di secolo una vera rappresentanza di rom ha saputo incidere sulla rivendicazione dei diritti delle rispettive comunità. Un luogo solo. Mi si dica. Occorre dunque azzerare ogni “rappresentanza rom” anche se questo comporta lo sdegno ipocrita di quegli amministratori, partiti e associazioni (anche rom) che finora li hanno utilizzati.

La vera democrazia e il vero ascolto verso il superamento dei campi passano per il dialogo individuale con ogni famiglia. Senza filtri di nessuno. Questo è scritto nella proposta di delibera popolare. Per questo siamo stati attaccati dai cosiddetti “rappresentanti di rom, sinti e camminanti” con l’accusa di non averli consultati”. Appare chiaro che il mio riferimento all’azzeramento di ogni “rappresentanza rom”, di cui è stata peraltro omessa la dovuta virgolettatura, facesse riferimento a quei “sedicenti rappresentanti rom” che troppo spesso sono stati oggetto di strumentalizzazione e che hanno agito per interessi personali a discapito del resto delle comunità rom rimasto senza voce. Ciò è palesato dal successivo periodo nel quale affermo che “la vera democrazia e il vero ascolto verso il superamento dei campi passano per il dialogo individuale con ogni famiglia. Senza filtri di nessuno”.

Paolo Carlo Stasolla

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 16:27