
Stavolta su Roma il centrodestra non può e non deve sbagliare candidatura, ecco perché sui nomi che girano bisognerebbe andarci piano. La sensazione che si percepisce oramai da qualche settimana è che, ancora una volta, si spinga per preferire la Roma di qualcuno piuttosto che quella di tutti. Sembra cioè che non si capisca la crisi di una città che da anni vive in perenne stato di calamità generale, a partire dalle periferie e dai segmenti più deboli.
Sia chiaro, nella Capitale un po’ tutto è in uno stato di trascuratezza e degrado da far vergogna; giardini, parchi, marciapiedi, strade, illuminazione, trasporti, servizi e sicurezza sono ridotti ad un livello così basso da suscitare sconcerto e indignazione crescente. Come se non bastasse, i vergognosi scandali che hanno accompagnato le gestioni capitoline degli ultimi dieci-quindici anni, hanno contribuito ad esasperare sempre di più soprattutto chi fa fatica e lotta per sbarcare il lunario. L’immigrazione incontrollata che ha inondato Roma nelle borgate e nelle zone limitrofe, poi, ha fatto il resto.
Per questo bisogna stare molto attenti al nome da scegliere, perché non solo deve essere capace e al di sopra di ogni sospetto in tutti i sensi, ma deve rappresentare la città intera specialmente quella che soffre. Viceversa, un candidato che rappresentasse un identificato segmento romano, inevitabilmente porterebbe con sé dubbi e perplessità. Piaccia o non piaccia la Città Eterna ha bisogno di un cambiamento tanto profondo quanto straordinario per potersi riqualificare e rimettere in riga. Per dirla tutta, le semplici “pulizie di primavera” farebbero un baffo alla Capitale. Serve per questo un grande sussulto civico che trascini tutti a credere che cambiare si può, invertire la tendenza è possibile, un’altra Roma si può avere.
In questa città c’è da mettere mano a tutto e in profondità, serve un coraggio da leoni e un’esperienza comprovata per risolvere quei problemi che per anni ed anni hanno raggiunto lo stato di putrefazione, tanto sono stati trascurati o male affrontati. Verde pubblico, traffico, periferie, monumenti e giacimenti culturali, manutenzione e decoro, assegnazione del patrimonio comunale e municipalizzate, più che ristrutturati vanno rivoluzionati e per farlo c’è bisogno di avere dalla propria parte la città intera. Ecco perché un comune sussulto civico è necessario e indispensabile. Solo così e solo scegliendo un candidato per tutti e di tutti, in senso civico e civile, le speranze di Roma potranno concretizzarsi e trasformarsi finalmente in realtà.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:26