Ricordare l’Olocausto con Rouhani

Un anno fa, il 27 gennaio 2015, il Presidente francese François Hollande andò in visita ad Auschwitz per la commemorazione del 70° anniversario della liberazione del campo di concentramento. La visita ebbe luogo appena tre settimane dopo l’attacco al supermercato kosher Hyper Cacher di Parigi dove vennero uccisi ebrei francesi, dando così al Presidente l’opportunità, in presenza di colleghi di governo e dignitari stranieri, di denunciare l’antisemitismo e di ribadire la sua determinazione a combatterlo.

Siamo certi che le parole di Hollande erano assolutamente sincere. Purtroppo quest’anno non sarà ad Auschwitz per l’anniversario.

Si troverà invece all’Eliseo, per dare il benvenuto al Presidente Iraniano.

Avete capito bene, il Presidente iraniano, Hassan Rouhani.

Rouhani, a seguito degli attacchi terroristici del 13 novembre, ha cancellato con molto tatto la sua visita in programma in Francia, spostando la data al 27-28 Gennaio. Sapevamo già che gli iraniani sono diplomatici abili ed intelligenti, oltre ad essere scaltri analisti degli eventi mondiali. Ma non avevamo potuto ancora veramente apprezzare il loro umorismo nero sino ad oggi. Il 27 gennaio non è solo la data in cui fu liberata Auschwitz. È anche il giorno in cui la Francia ed il resto del mondo celebrano la Giornata della Memoria, istituita con risoluzione delle Nazioni Unite e dedicata al ricordo delle vittime del genocidio nazista ed alla prevenzione di simili crimini contro l’umanità.

Mentre il Presidente Rouhani si accinge a visitare Parigi con macabro tempismo, è importante ricordare le parole del suo predecessore, Mahmoud Ahmadinejad, che ha più volte dichiarato che l’Olocausto è “una leggenda”, aggiungendo inoltre che lo Stato di Israele dovrebbe essere “cancellato dalla carta geografica”, frase che l’attuale Presidente iraniano non ha mai smentito.

Ma non basta. All’assurdo ed al tragico di tutta questa faccenda si aggiunge anche il concorso “Disegna l’Olocausto”, che si svolge in questi giorni come tutti gli anni, in Iran - concorso ideato in risposta alle caricature di Maometto pubblicate da Charlie Hebdo, caricature che sono costate la vita ai loro disegnatori. Il tema del concorso è “L’Olocausto è accaduto veramente?”. Visto che la leadership iraniana pensa che sia lecito ridere su qualunque cosa eccetto che sul Profeta, gli antisemiti più “spiritosi” di varia provenienza - di estrema destra, di estrema sinistra, islamista e così via - avranno l’opportunità di farsi grasse risate sulle camere a gas.

Che senso ha visitare Auschwitz-Birkenau se il ricordo dei crimini del passato non insegna ad affrontare i pericoli del presente e del futuro? Cosa abbiamo imparato dalla Storia se questo 27 gennaio, a sole due settimane dalla commemorazione degli attacchi mortali avvenuti l'anno scorso a Parigi, le più alte autorità del Governo Francese danno il benvenuto all'antisemita, Presidente dell’Iran?

Può darsi invece che il Presidente Rouhani voglia mostrare al mondo che l’Iran è cambiato. Proponiamo quindi al Presidente Hollande di invitare il suo ospite a visitare insieme il Memoriale della Shoah (Olocausto) a Parigi. Il capo della Repubblica Islamica dell’Iran potrebbe così leggervi la lista infinita dei deportati, di quelli che furono uccisi a fucilate, col gas, di quelli a cui fu tolta ogni dignità umana, di quelli che, nelle parole di Primo Levi, vengono uccisi due volte dalla “negazione degli orrori che soffrirono”.

Questo darebbe a Rouhani non solo l’opportunità di commemorare le vittime, ma anche di immaginare un mondo dove le minoranze - di religione e di genere - non vengono perseguitate, dove le donne sono libere, dove non si forniscono soldi e supporto alle organizzazioni terroristiche, dove la legittima esistenza degli altri Stati non viene messa in discussione. Dubitiamo che al Presidente Rouhani possa interessare tale visita. Ma la proposta in sé sarebbe un segnale di profondo significato da parte del Presidente francese, che affermerebbe chiaramente che la Francia ricorda, e che sceglie di combattere contro coloro che minacciano la libertà, i diritti umani, la pace e la fratellanza.

(*) Simone Rodan-Benzaquen, è Direttore dell’Ufficio Europeo dell'American Jewish Committee (AJC) a Parigi

(**) Marceline Loridan-Ivens è una sopravvissuta di Auschwitz, e porta il numero 78750 tatuato sull’avambraccio

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:05