Le ultime riflessioni di Valerio Zanone

Il liberalismo ha propugnato la libertà degli esseri umani in società con la garanzia dei loro diritti di libertà, la democrazia li ha estesi ad ognuno nello Stato libero, il socialismo s’è battuto per innervarli nel mondo del lavoro, al fine di farne una realtà materiale e non meramente formale. Oggi questi grandi sistemi d’idee politiche sono spesso considerati superati nel mondo globale, ma restano loro eredità i diritti degli esseri umani sanciti nelle Costituzioni degli Stati, delle istituzioni supernazionali e nelle dichiarazioni e convenzioni stipulate nell’ambito delle organizzazioni internazionali. Tuttavia sono attaccati e minacciati di continuo dall’intolleranza per le idee diverse, dalla sete di potere e dall’avidità personale; oggi le migrazioni, domani altri fenomeni sociali possono generare moltitudini a cui vengono riconosciuti con difficoltà, nonostante precise statuizioni universali. Per questo la Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo e la Federazioni Internazionale che ha contribuito a fondare hanno ancora dure battaglie da sostenere”.

Queste sono espressioni di Valerio Zanone l’ultima volta che ci siamo incontrati, assieme ad Alfredo Arpaia, Presidente della Lidu, poco prima delle feste di fine anno. L’aggressione del male era ormai evidente, ci accolse seduto vicino al camino, nella sua dimora sulla via Cassia. “Riccardino – usava questo diminutivo, con forte accento piemontese – una lunga esperienza mi ha insegnato che vivere è un mestiere difficile; non pensavo che morire lo fosse di più”; e fece cercare le cartelle cliniche per mostrarle ad Alfredo Arpaia, di cui stimò anche la profonda esperienza di medico. La frase non espresse nessun timore del trapasso, ma la preoccupazione che il dolore ed un certa perdita di controllo del fisico avrebbe potuto compromettere la dignità dei giorni di vita che sapeva restargli.

Erano le settimane che seguirono la seconda ondata di attentati dei terroristi ispirati al sedicente “Califfo di Baghdad” a Parigi, del nuovo progresso del Fronte Nazionale registrato alle elezioni amministrative in Francia, della reazione del presidente francese François Hollande, con misure che di fatto sospesero le garanzie dei diritti umani nella Nazione degli Immortali Principî dell’89. Come naturale, furono tutti argomenti di discussione, e gli espressi la speranza che Hollande avesse preannunziato tali provvedimenti, ma al contempo chiesto parere al Consiglio di Stato sulla legittimità degli stessi, nell’auspicio d’una pronuncia sfavorevole. Tale sentenza, infatti, avrebbe costituito un grosso problema per eventuali suoi successori all’Eliseo, qualora avessero voluto percorrere strade illiberali. Mi guardò e tacque. Nel concreto rimanevano, e rimasero quelle disposizioni e proposte, come rimangono oltre oceano i reclusi a Guantánamo. Del resto, se il cosiddetto Stato islamico consolidasse il suo regime dispotico nei territorî che controlla, costituirebbe uno Stato senza diritti; esattamente come la rispettabile, e alleata dell’Occidente, Arabia Saudita, o l’Iran nuovamente ammesso nella buona società, dove da anni è coccolata la Cina capitalcomunista, il cui governo ufficialmente asserisce d’aver progredito nel campo dei diritti umani in quanto, nell’esecuzione delle condanne a morte, la spesa per il proiettile usato per la fucilazione, con un colpo alla nuca, non è più posta a carico della famiglia del condannato, ma del bilancio statale. L’Occidente liberale si volta dall’altra parte, perché quei paesi sono buoni mercati ed indispensabili fornitori. Quasi ogni accordo economico fra potenze, su piano globale, continentale o bilaterale, viene pagato anche in termini di diritti.

All’ingresso, fummo accolti dai suoi cani, Valerio fu un amorevole cinofilo, che ci buttarono le zampe al collo. Non sembrarono certo cani da guardia, a meno che non fossero stati addestrati a riconoscere a fiuto gli amici. Questo dà da pensare come non solo i diritti degli esseri umani non possono battere in ritirata, ma quanto gli esseri umani debbano farsi propugnatori di quelli degli altri esseri senzienti, a qualsiasi regno della natura appartengano; ed anche qui il bilancio non è oggi positivo. Valerio Zanone fu, non dimentichiamolo mai, anche il primo ministro dell’Ambiente nella storia d’Italia, quando le competenze di questo dicastero vennero separate da quelle dello spadoliniano ministero dei Beni culturali. In fondo, un ambiente vivibile per tutte le specie è soprattutto interesse di questa supponente umanità. Se in questo istante la Terra sparisse, il resto di questo universo e degli altri continuerebbe per la sua strada, ma non questa umanità, forse.

La sua ultima grande lezione è stata l’indifferenza per la fine, non per effetto di un opinabile credo, ma per la consapevolezza che il dissolversi dei corpi restituisce ai processi fisici, chimici, biologici, sentimentali e spirituali le sostanze per nuove manifestazioni della vita una. Anche i pianeti hanno una propria vicenda esistenziale, ma ciò non interrompe l’evoluzione degli universi e la vita una con essi. In fondo, ricordo, se non erro, come uno scritto sull’estetica di Giordano Bruno sia stato il suo primo lavoro pubblicato.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:48