
Senza la lingua italiana non esiste l’Italia. Nessuno può costruire il proprio futuro senza acquisire prima la consapevolezza della propria memoria. Ecco il punto: la lingua italiana è la nostra prima e principale memoria, è la nostra identità, cioè il nostro viatico per il futuro. Senza memoria non vi può essere futuro. Ecco perché è importante studiare la nostra lingua e rileggere le poesie di Giacomo Leopardi o di Gozzano, riscoprire le opere di Ugo Foscolo e di Alessandro Manzoni. Perché la lingua italiana rappresenta la nostra memoria e la parola, come si sa, è il seme che ci permette di far germogliare il nostro essere più profondo e personale, ciò che ci consente di conoscere noi stessi, di capire chi siamo e verso dove andiamo o verso dove vorremmo andare.
Lo stesso concetto di Bellezza passa attraverso la lingua italiana, oltre che attraverso l’arte, la musica e il cinema. Oggi, va di moda sostituire l’uso dell’italiano con il più diffuso inglese oppure ricorrendo a vocaboli esterofili o, infine, adeguandosi a un linguaggio frammentato e banale. Mi riferisco al linguaggio povero che troviamo replicato sul web o nei più disparati messaggi e sms che utilizziamo attraverso l’offerta disponibile sul nostro telefono cellulare. Va tutto bene, la rapidità è spesso necessaria e ci aiuta anche nel lavoro, ma attenzione a distruggere la lingua italiana. L’Italia è un mito letterario. L’Italia nasce con la lingua italiana. Non a caso, è stata definita “una nazione di carta” perché è l’unica nazione che si è creata attraverso un mito narrato dagli scrittori e dai poeti. L’Italia esiste perché esiste la lingua italiana. La letteratura ha fatto nascere una coscienza identitaria, altrimenti non vi sarebbe stato neppure il Risorgimento liberale nell’Ottocento.
L’idea della nostra unità nazionale comincia, infatti, con la nascita di una lingua comune. L’Italia nasce con il Rinascimento e l’Umanesimo, nasce grazie a Dante, Petrarca e Boccaccio, nasce con Pietro Bembo. Del resto, sul piano istituzionale, se andiamo a rileggere la Storia, l’Unità d’Italia si è avuta da un tempo relativamente breve: dal 1861. Anzi, ancora meno se consideriamo che Roma è diventata la nostra Capitale soltanto nel 1870. Ma l’Italia nasce prima, nel ‘500, quando nasce la lingua italiana. A proposito dell’italiano, nel suo romanzo “Porte Aperte”, Leonardo Sciascia scrive: “L’italiano non è semplicemente l’italiano.
L’italiano è il ragionare”. Ecco anche perché è importante studiare la nostra lingua e leggere i nostri scrittori o poeti. Perché è un modo per mettere in funzione il cervello, attivare la mente, acquisire sensibilità e ragionevolezza. Non a caso, l’italiano è la quarta lingua più studiata al mondo. Credo che tale interesse globale sia dovuto soprattutto al fatto che l’italiano risponda a una necessità di carattere culturale e letterario. Lo si studia per leggere Dante Alighieri e Luigi Pirandello oppure per leggere, in lingua originale, filosofi come Benedetto Croce e scienziati come Galileo Galilei.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 16:50