Renzi/Boschi: il burattinaio è Napolitano

Mattarella è stato messo dallo stesso Napolitano al Colle, alla Presidenza della Repubblica italiana, perché fosse il ligio supplente di Napolitano medesimo. Quest’ultimo sape bene che l’uomo è trasparente, perchè così è stato sia da professore pubblico universitario che da giudice costituzionale, e l’ha designato dicendo al suo testadilegno Renzi di designarlo contro la destra politica, e quest’ ultimo ha eseguito. Napolitano non è mai andato via dal Quirinale, è tuttora tanto comunista quanto presenzialista e di parte, come e più di prima. Vive e lotta, da comunista, in mezzo a noi, per la precisione imponendo e dettando direttive, tramite i suoi pupazzi al potere rubato, al governo ter Napolitano/Renzi, contro tutti noi italiani. Napolitano si è solo scostato un po’, mollata la poltrona quirinalizia, perché questa era diventata bollente, fumava e bolliva a forza di comandi platealmente impartiti ed ordini eseguiti su suo mandato; “scoperto”, ha mollato lo scranno continuando a fare ed ad essere il burattinaio, il pupazzaro. Cosa che è tuttora. Chi ha messo Renzi al terzo governo di sinistra non eletto dagli italiani se non Napolitano? Tramite chi Napolitano oggi “parla”, se non la boccuccia di Maria Elena Boschi, la quale ha messo in chiaro che quelle che chiama “riforme” “portano il mio nome, ma il padre è Giorgio Napolitano”?

Napolitano si serve, ventiquattro ore su ventiquattro, di Maria Elena Boschi a Palazzo Chigi e di Anna Finocchiaro al Senato. Le usa ed ha usate ad esempio per monitorare il percorso in aula della drammatica legge elettorale, testi ed emendamenti compresi, a partire da quello discussissimo il cosiddetto “emendamento canguro”. Napolitano decide tuttora e si occupa di tutto, anche ad esempio del decreto sulle banche popolari e solo chi non è in grado di leggere tra le righe non si accorge che è Napolitano a controllare e decidere l’intera politica italiana, utilizzando ed usando le sue pedine, si pensi all’ex magistrato di sinistra Piero Grasso messo da lui stesso a fare il presidente del Senato, come lo stesso Laura Boldrini, catapultata e imposta anche lei senza alcun titolo o merito alla presidenza della Camera. Più che a lato, Napolitano, scollatosi dalle stanze della Presidente della Repubblica, si è messo ancora maggiormente al centro ed a tirare le fila del Paese. Ed è sempre al “lavoro”, se così si può dire, dato che annunciato che a Palazzo Madama avrebbe aderito al gruppo delle Autonomie, dunque insieme a sparuti socialisti e molti grillini, ed è anche lì che tenta di reclutare soldatini suoi esecutori, per il futuro. Si ricordi poi sempre che, da ex presidente del Csm, gestisce tuttora la magistratura di sinistra e cioè quasi tutto il corpo giudiziario in Italia, che “aziona” alla bisogna, si veda da ultimo il caso di Mantovani, politico di centrodestra, attualmente in prigione senza presupposto alcuno di legge nè ragione di sorta. Il nuovo Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non è “azionato” da Renzi, il quale è tenuto in pugno dai giudici napolitaneschi e che, quando vorrà Napolitano, verrrà selvaggiamente bastonato e fatto fuori politicamente fors’anco da Maria Elena stessa diretta ed “azionata” sempre da Napolitano (Mineo ha rozzamente dato la dritta su Renzi/Boschi), Mattarella è lo strumento allocco di Napolitano, l’ esecutore materiale al Quirinale. Ed ecco quindi che Mattarella fa il Presidente della Repubblica inutile, il supplente che non conta nulla: va all’Expo a cercare di non dare troppo fastidio e a non togliere la scena all’altro fantoccio sinistrorso Renzi corso a Milano a prendere il merito di Letizia Moratti, reale fautrice dell’Esposizione e del suo successo. Oltre alle ovvietà che pronuncia, Sergio Mattarella, al Quirinale, firma la qualunque cercando di non togliere la scena ai sinistri che ivi l’hanno messo conoscendone la natura. Forse Napolitano non gli ha dovuto neanche “spiegare” cosa non avrebbe dovuto fare, cioè esistere, perché già sapeva che si tratta di un essere trasparente. Firma quello che Napolitano vuole che firmi, e tace. Da ultimo ha persino firmato, sulle pensioni, l’esatto contrario di quello che, da giudice della Corte costituzionale, aveva bocciato. Nella legge di stabilità cioè ci sono norme che prevedono il blocco dell’indicizzazione sui trattamenti previdenziali oltre una certa soglia, in pratica il governo illegittimo Renzi, mai votato e scelto dagli italiani, ha aggirato una sentenza della Corte costituzionale per non restituire il maltolto ai pensionati e Mattarella, cioè colui che ha sentenziato da giudice che si sarebbe dovuto fare il contrario, ha immantinente firmato in qualità di Presidente della Repubblica il raggiro. Mattarella ha siglato e dato il via cioè allo scippo del governo illegittimo Napolitano/Renzi, cui si era opposto Mattarella stesso da giudice costituzionale. Non solo non si è opposto, ma Mattarella non si ha neanche proferito verbo ed anzi ha firmato il provvedimento manifestamente in contrasto con le sue stesse sentenze, e ciò in quanto all’evidenza “azionato” da Napolitano, supino spettro, simulacro della Repubblica italiana tuttora telecomandata da Napolitano. La politica di centrodestra che, oggi, a ragione, si riaffaccia ricompattandosi, sappia e tenga bene a mente che nessuna collaborazione arriverà mai da alcun fronte, sia che si chiami Quirinale che sinistra e che, financo la magistratura sinistra, sbarrerà come potrà, cioè in ogni modo, la strada del cambiamento in senso liberale dell’Italia. Si tenga ben presente che bisognerà che stia ben coesa e unita di fronte alle accuse, ai processi, al vero e proprio diluvio di violazioni contro democrazia che verrà scatenato; che non solo non sarà affatto facile riprendere le redini democratiche del Paese oggi allo sbando strumentalizzato ed in balìa di Napolitano e dei suoi esecutori sinistri, ma che sarà indispensabile procedere a riformare vigorosamente quanto rigorosamente l’architrave stesso istituzionale dell’Italia volgendolo al mercato economico globale, e bypassando ostacoli ed impedimenti che si frapporranno notevoli, come la prigione di Mantovani oggi. E’ necessario cioè un esercito di “moderati spietati” di liberali di centrodestra pronti a riformare drasticamente il Paese. Se ne prendano le “misure” da subito: ciò che è successo non sarebbe dovuto potere accadere. La violazione della democrazia e l’illegittimità politica istituzionale di Napolitano, addirittura dalla presidenza della Repubblica, non si sarebbero dovute verificare. Basti questo a dare la misura delle riforme reali da intraprendere e portare in porta, a cui fare fare domani goal. Bisogna crederci, volerlo.Bisogna farlo per il Paese, per la nostra Italia oggi comunista e immersa annegata sulla strada politica economica sbagliata dello statalismo comunista di giovani che tali non sono se non anagraficamente, ma nella realtà non solo vecchi arnesi telecomandati ma anche tra i meno svegli, tra gli italiani che, meno produttivi e rimasti incollati all’idea del posto pubblico fisso, arenati in Italia perché non in grado e non aventi gli strumenti per andarsene all’estero, avrebbero ambito ad un posto da raccomandati alle poste pubbliche, e che per uno scherzo malvagio ed antidemocratico della storia sono stati imposti dal puparo Napolitano, al Paese, da lui usati e manovrati. A dimostrazione poi, che Napolitano non è capace politicamente nel merito e nella sostanza delle cose, sta il fatto che in poco meno di una manciata di anni ha portato drammaticamente il Paese alla rovina economica ancora prima che sociale. Con i suoi governi illegittimi, Napolitano/Monti, Napolitano/Letta, Napolitano/Renzi, cioè violando la democrazia ed il nostro sistema democratico, ha rovinato il Paese che decresce, è disoccupato, non ha lavoro. Napolitano, con tutti i suoi magheggi, ha di fatto distribuito miseria a tutti, salvati ovviamente lui e famiglia, tutti stra stipendiati con “lavori” pubblici, incarichi e funzioni pubblici, con stipendi esosi pagati dagli italiani stessi, cioè da noi tutti. Non sarà facile imporre al supplente, allo yes o cellophan man Mattarella, di consentire al popolo italiano di andare a votare secondo democrazia, perché Napolitano vi si opporrà con tutte le sue decrepite forze. Per cambiare il Paese, per dargli crescita, metterlo sulla strada della ricchezza e del benessere, è necessario oggi imporre a Mattarella le elezioni, perché è lui che le deve indire, e andare velocemente a votare, costi quel che costi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:21