
Dice il detto latino: “Roma, Caput Mundi”. Roma Capitale del Mondo. Per la cristianità certo. Vista dal soglio di Pietro, la cosa non cambia da due millenni a questa parte. E per il Governo Renzi? Modificherei quel motto in “Roma Kaputt Mattei”. Un po’ di latino, un po’ di tedesco - visto che la Germania oggi comanda in Europa - ci stanno bene, come vedete. Maccheroni erano prima, pasticcio di pasta continua a rimanere questo Paese, impastoiato e infoibato nelle sue faide politiche e nei problemi irresolubili - sempre gli stessi - della sua spesa pubblica fuori controllo. Sicché, l’attuale inquilino di Palazzo Chigi (sempre in giro come il nostro sindaco “marziano”: sarà un caso?) non assomiglia affatto al “S. Matteo” del vulcanico Caravaggio ma, semmai, al baro raffigurato in quel suo quadro stupendo dei giocatori di dadi. Insomma: “Carta vince, carta perde”: da una parte escono le tasse (abolizione di quella sulla prima casa), dall’altro entra nuovo indebitamento pubblico e, quindi, altre tasse per coprire gli imminenti disavanzi.
E io sto sempre con i tartassati! Sul piano generale, se fossimo un Paese normale, il Governo Renzi non starebbe in piedi un solo minuto in più. I fatti: Scelta (o “Sciolta”) Civica ha consensi reali da prefisso telefonico da parecchio tempo, in questo Paese. Ma in Parlamento ha i numeri di allora, pari all’11per cento dei voti validamente espressi nel 2013. Idem Ncd. Quindi, i numeri reali di Renzi sarebbero così scarsi, che non avrebbe mai potuto formare un governo a guida Pd. Sta nei poteri del Presidente della Repubblica prenderne atto, e di conseguenza, sciogliere le Camere. Quindi: Zanetti è un miracolato. Esattamente come la Orlandi, a capo dell’Agenzia delle Entrate, che appartiene all’insopportabile razza padrona della burocrazia! Come il magistrato Saguto (colei che sequestrava i beni ai mafiosi e li amministrava per se e i suoi parenti). Il problema non sono i “badgiatori” abusivi del Comune di S. Remo, ma tutti gli uffici pubblici della P.A. che, troppo spesso, sono soltanto un ricettacolo di clientele, greppie sicure per gli impiegati nulla facenti che ci lavorano. Si diceva, tempo fa, come battuta, che la maggior parte degli uffici pubblici hanno fuori la porta una targa invisibile con la sigla Ucsa: Ufficio Complicazioni Affari Semplici. Del resto, non è forse vero che l’Italia è fatta di piccoli centri, dove i cittadini, che più o meno ti conoscono, ti votano perché si aspettano favori personali? La Banda Bassotti ha la testa a Roma, ma la base dell’iceberg è costituita da centomila tentacoli sparsi nell’intero territorio italiano. Mi fa sorridere l’affaccendarsi di certa Magistratura: si sveglia, va; pota ora un ramo, ora un altro della immensa catena corruttiva e tutto ricresce molto più in fretta di prima, ben più robusto e smaliziato. Sconsolatamente, mi vien da dire che tutto il male stia in una democrazia “rappresentativa” che è un ossimoro! Dal fascismo in poi non è cambiato nulla, sostanzialmente. La Razza Padrona si riproduce e cresce felicemente, malgrado l’uomo solo al comando!
Però... Vorrei dire a tutti che c’è un abisso tra “Burocrazia parassita” e una sana “Manifattura amministrativa”. Come dovrebbe funzionare la seconda? Immaginate di avere una P.A. leggera: poche regole e chiare per tutti. Immaginate poi che, associata a questa P.A., non vi sia più il pubblico impiego ma, semplicemente, una platea di liberi professionisti, che abbiano superato un’abilitazione particolarmente dura e selettiva, iscrivendosi a un Albo “aperto” (nel senso che chiunque vi si può iscrivere, previo conseguimento dell’abilitazione richiesta). Ora, poiché non si può nemmeno ipotizzare una “vendita degli uffici”, è chiaro che i “prodotti” amministrativi di questa nuova Pubblica amministrazione siano dotati ciascuno di un proprio costo standard, remunerativo per i fattori della produzione interessati.
In questo scenario da.. “Ritorno al Futuro”, il cittadino al quale necessita un certo prodotto amministrativo (licenza, autorizzazione...) semplicemente ne richiede - avendone diritto - la manifattura a un professionista autorizzato e iscritto all’Albo. Quel professionista risulterà “produttore di ricchezza” (ragionateci un po’ su...), come il vostro commercialista ad esempio, in quanto sta producendo un “bene” a voi necessario, ad alto valore aggiunto di know-how. Conseguenza: lo Stato risparmierebbe ogni anno centinaia di miliardi: niente più stipendi e uffici pubblici da mantenere. Quest’idea è la soluzione, l’unica possibile, a mio avviso. Ultima cosa: basta con una P.A. tuttofare, costretta ad applicare regole assurde e confuse per operare nel 2 mondo degli appalti di beni e servizi. La sua faraonica legislazione (primaria e secondaria) vuole essere iper-garantista e procura, invece, costi aggiuntivi spaventosi a causa delle procedure folli e farraginose e della causidicità dei ricorsi conseguenti.
L’immensa corruzione interna (che vive alla grande, alla faccia dei controlli dei magistrati contabili e ordinari!) impedisce due cose: l’esatta conoscenza dei mercati sui quali si intende operare (per i dirigenti responsabili contano solo le... “carte a posto”!), e, secondariamente, la fissazione dei prezzi di gara e dei ribassi. Sicché gli sprechi della P.A. restano giganteschi. “This is the (italian) problem!”. Renzi, pensaci tu?
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:25