Chi sono i “Giovani”?

Ma chi sono i “Gggiovani” d’oggi? Facendo una lettura nel nostro campo, di quelli ultraliberisti, c’è da mettersi le mani nei capelli! Seminano torrenti di odio, sui loro blog e nei social, predicando l’eccidio intergenerazionale a danno di milioni di pensionati, che non vogliono, né potrebbero mai fare loro alcun male. Allora, ascoltatemi bene, fighetti con l’iPhone 6 in tasca: quelli della mia generazione non hanno fatto una piega, quando è stato - all’epoca - il nostro turno a pagare le pensioni dei nostri anziani. Poi alcune, fondamentali considerazioni in merito.

Primo: grazie ai pensionati, oggi milioni di loro figli e nipoti evitano di vivere nella “poracceria” (cit.) più assoluta. Secondo: i pensionati di oggi hanno, semplicemente, maturato i loro trattamenti in base alle “regole” (leggi) che si sono succedute nel tempo, durante i loro anni lavorativi.

Terzo. Se ci fosse stato da sempre il contributivo per tutti, quelli come me avrebbero risparmiato un bel mucchio di soldi, acquistando sul libero mercato tutti quei servizi, erogati in regime di monopolio all’interno dei mercati protetti pubblici, che mi sono costati una fortuna in sprechi, ripianamenti mostruosi di deficit dello Stato e dei governi locali. Senza poi parlare degli effetti indotti da un indebitamento pubblico fuori controllo, altro gravissimo salasso su tutte le pensioni passate, presenti e future. La responsabilità di quel deficit - tra l’altro - cari somarelli miei, è “tutta” da attribuire ai padri di quelli che avevano venti anni nel 1968!! E io, oggi, debbo pagarmi perfino un’assistenza sanitaria privata!

Quarto. Poiché le università italiane sono state le fabbriche fallimentari di lauree senza mercato, i cui molti milioni di titolari (vostri padri, zii, nonni) hanno preteso dallo Stato un impiego pubblico, che glielo ha gentilmente concesso per motivi clientelari, vi chiedo a gran voce di restituirmi tutti i soldi che ho sprecato per dare ai vostri padri, nonni e parenti stretti (e, quindi, a voi, che avete goduto e godete appieno di quel benessere, a spese degli altri e delle future generazioni) il denaro pubblico occorso allo Stato per mantenerli agli studi e per assicurare loro uno stipendio a vita.

Senza il pubblico impiego, infatti, io sarei molto più ricco. E se lo Stato mi avesse lasciato in tasca tutti i soldi che mi ha prelevato per darmi servizi pubblici da terzo mondo, io mi sarei fatta una pensione molto più elevata di questa che ho! E andatele a dire le vostre idee a quei milioni di poveri cristi, che sono risaliti dal Sud andando a lavorare nelle fabbriche del Nord, mantenendo con i salari di fame “anche” i loro vecchi rimasti a casa - senza aver nulla da rivendicare! - per produrre quei beni di consumo che, poi, un sacco di bamboccioni e di bamboccini (figli e nipoti dei bamboccioni della spesa pubblica) hanno consumato, standosene con il sedere al caldo, grazie allo stipendio e a un reddito assicurato. Guardatevi in casa: se avete un parente, genitore, nonno, zio (da cui sia dipeso, o dipenda il vostro mantenimento), il quale sia vissuto - o viva - di spesa/stipendio pubblico, andate in primo luogo a contestare a loro, ciò che contestate a milioni di pensionati. Sarebbe interessante ascoltare le loro risposte!

Se mi consentite, mi avete rotto le scatole. Sono un pensionato, parte retributivo, parte contributivo (sistema Dini). E allora? Ma, invece di scatenare un inutile e odioso odio di classe, perché diamine non la fate voi sta rivoluzione? Noi, nel ‘68 ci provammo. I fallimenti a cascata li leggiamo bene: stanno nei vostri occhi e nei vostri comportamenti. E prendetevela, però, questa responsabilità storica! Siamo i vostri nemici? Rivoltatevi contro di noi, certo, se vi pare e piace. Ma fatelo e basta, senza stare a masturbarvi con l’odio intergenerazionale! Dopo, “Chi avrà avuto... ecc”.

Poi, se volete, parliamo pure dello scandalo dei badgiatori seriali del Comune di Sanremo. Il caso è talmente diffuso. Affiora soltanto una scheggia per volta dell’immenso iceberg sottostante. E, per fortuna che a lavorare non ci vanno tutti assieme, nel pubblico impiego. Altrimenti, aumenterebbe notevolmente - senza l’assenteismo - la spesa dello Stato in beni e servizi (telefoni, consumi elettrici, carta, fotocopie). Tenendo a casa il 90 per cento dei burocrati (le cose serie necessarie al cittadino si fanno con il restante 10 per cento, ben preparato e motivato), con un salario di mobilità, lo Stato risparmierebbe centinaia di miliardi/anno. 2 Problema Roma, infine. Se tu hai la patente e guidi la tua macchina, sei responsabile degli incidenti che provochi. Premetto: Ignazio Marino e tutti quelli prima di lui erano senza... “patente”. Nessuno di loro, infatti, ha mai dovuto dimostrare di avere gli strumenti minimi necessari per guidare una macchina gigantesca, come quella rappresentata da una città di parecchi milioni di abitanti! Ma se tu per pilotare una nave immensa hai bisogno di 60mila uomini di equipaggio, poi mi spieghi come fai a controllare quello che combinano questi qui? Ecco, cari i miei “ggiovani” ultraliberali: industriatevi a dare una soluzione ragionevole a problemi di questo tipo!

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:02