La Roma di Renzi e la Roma di Pannella

Sgomberato (forse, forse...) il campo dall'inquieto e inquietante Ignazio Marino, sembra che ora Matteo Renzi voglia prendere in mano in prima persona il futuro di Roma. Lo sostiene, in un documentato e apparentemente bene informato articolo sul “Messaggero”, Marco Ventura. Non ci pare di aver colto né conferme né smentite da altre fonti, è dunque probabile che 'articolo - apparso sul giornale per eccellenza romano - sia almeno veridico. Il senso è già tutto nel titolo: "Roma capitale della Ue".

Eccoci dunque una Roma sottratta al mediocre orizzonte casareccio nel quale le beghe recenti l'avevano confinata, e proiettata invece sul piano internazionale, europeo. L'appuntamento annunciato è il 2017, vale a dire la ricorrenza dei sessanta anni dalla firma in Campidoglio del Trattato di Roma, quello che istituì la Comunità Economica Europea, nocciolo della attuale Unione. Firmarono lo storico documento Italia, Francia, Germania Ovest, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. La cerimonia ebbe un “sequel” nel 2004 quando, sempre in Campidoglio, 25 Stati sottoscrissero la nuova Costituzione per l'Europa. Ventura rilancia: “E adesso Renzi progetta di rifondare - insieme - l'Europa della crescita e dello sviluppo e Roma Capitale auspicabilmente sulla via del risanamento soprattutto morale e dopo voto e Giubileo”.

Sempre il "Messaggero" lascia filtrare, un po' distrattamente e quasi casualmente, un'altra notizia che va nella stessa direzione, anche se di dimensioni più ridotte se non altro per chi la annuncia: Francesco Rutelli, un ex sindaco della Capitale oggi un po' defilato dalla politica attiva. Comunque, il sindaco del Giubileo del 2000 darà il via prossimamente - il 28 novembre - a un ambizioso evento (non una "Leopolda" - ha annunciato - ma, visto che siamo a Roma, una "Lupolda") inteso al rilancio della Capitale: il suo progetto si articolerà in sei aree, una delle quali vedrà il lancio del ruolo di Roma anche come Capitale internazionale.

Sì, Roma non può non covare ambizioni globali. E' stata capitale del più importante Impero della storia, ha conosciuto, sotto i Papi, momenti di fasto e di potere a livelli mondiali, non può non avere grandi ambizioni, che superino i confini angusti dell'Italia. Non è dunque un caso che un altro grande progetto di respiro sovra o infranazionale venga delineato con centro ancora una volta incardinato su Roma. Lo ha ideato Marco Pannella, e lo sta sviluppando assieme a Rita Bernardini, segretaria di Radicali Italiani, ed a Matteo Angioli, coordinatore delle connesse iniziative. Sarà il tema di fondo dell'ormai imminente Congresso di Radicali Italiani (Chianciano, 31 ottobre - 1 novembre).

In sintesi, Pannella propone che l’obiettivo dei radicali (della "galassia radicale" nel suo complesso) sia quello di sostenere all'Onu - con un diretto, forte impegno e adeguate lotte - la campagna già incardinata perché ovunque nel mondo si riportino al centro delle Istituzioni pubbliche i diritti umani e lo Stato di Diritto contro la Ragion di Stato, partendo dalla urgente questione del diritto alla conoscenza diretta dell'operato dei governi. L’obiettivo è quindi di ottenere in sede di Nazioni Unite il riconoscimento di un nuovo, inedito "diritto universale alla conoscenza", per contrastare il ricorrente abuso del segreto di Stato, che va condannato come una vera e propria violenza contro i cittadini. E Pannella punta a far sì che l'Italia - il governo italiano - si assuma la responsabilità della leadership di questa battaglia alle Nazioni Unite, cosicché la sua annunciata candidatura a membro del Consiglio di Sicurezza non sia la "scontata occupazione di un posto di potere, ma abbia il respiro di una strategia politica per il futuro".

Si spera che al Congresso di Chianciano possa tempestivamente arrivare, corredato di firme autorevoli, l'appello diffuso da Rita Bernardini a livello internazionale perché venga promossa "con tutte le iniziative possibili, innanzitutto nella sede delle Nazioni Unite, la transizione verso lo Stato democratico e federalista, fondato sull’universale diritto alla conoscenza". Hanno aderito, fino a questo momento, personalità internazionali come Marou Amadou, ministro della Giustizia del Niger; Bakhtiar Amin, già ministro per i Diritti Umani in Iraq; Abdullah An Na’im, docente di legge alla Emory University (Usa); Daniel Cohn­ Bendit, già deputato europeo e co­presidente del Gruppo Verdi/Alleanza Libera Europea al Parlamento europeo; Mairead Corrigan ­Maguire, inglese, Premio Nobel per la Pace; André Gattolin, senatore della Hauts ­de ­Seine, Francia; Sid Ahmed Ghozali, già primo ministro dell'Algeria; Birgitta Jónsdóttir, deputata, del Partito Pirata, Islanda.

La campagna vorrebbe coinvolgere anche, con un apposito strumento, l'Italia. Per questo, su iniziativa di vari radicali italiani, è stato diffuso presso Comuni ed enti locali il testo di una possibile delibera da far votare agli organi rappresentativi delle realtà locali, per "sollecitare il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio e il ministro degli Affari Esteri a a fare proprio il progetto per la transizione verso lo Stato di Diritto e il Diritto alla Conoscenza contro al Ragion di Stato" e far sì che "su questo si candidi sin da subito e pubblicamente l’Italia al posto di membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".

Il progetto di Renzi e quello di Pannella concorrono, come si vede, allo stesso fine, quello di restituire a Roma, come merita, il respiro di vera Capitale internazionale: Roma può ancora riemergere dalle bassure che oggi la degradano, e assumere un ruolo degno dell sua storia e dei suoi valori.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:32