
Prima o poi bisognerà togliere gli incapaci di sinistra dai posti cardine del mercato in Italia. Come si occupano di qualcosa, i sinistri sbagliano e fanno danno rendendo chiaro il disastroso intreccio della sinistra, tra banche e cooperative rosse con il corollario di professori di sinistra dell'università pubblica italiana, tutti a spese ed in danno degli italiani. Questi ultimi, gli italiani, pagano carissima sulla propria pelle l'incapacità di quelli.
Si veda il disastro di Mps gestita senza capacità alcuna dalla sinistra italiana o, da ultimo, l'intreccio collusivo tra le coop rosse e la Banca d'Italia con il governatore Ignazio Visco indagato adesso a Spoleto per truffa e corruzione in quanto, gestendo e non vigilando come da sua competenza, ha determinato il depauperamento degli italiani, ciò facendo insieme ai commissari e componenti del comitato di "sorveglianza" della Popolare di Spoleto, tutti inquisiti e passibili di condanne fino a sei anni di reclusione, Gianluca Brancadoro, Giovanni Boccolini, Silvano Corbella, Giovanni Domenichini, Stefano Lado, Giuliana Scognamiglio e Nicola Stabile. Visco è difatti subito corso a chiedere aiuto a Mattarella, il quale è, come è noto, in qualità di presidente della Repubblica, è anche a capo del Consiglio superiore della magistratura, organo per lo più di mancato controllo dei giudici il quale, stavolta, controllerà al contrario molto accuratamente i giudici di Spoleto che hanno avviato l'indagine.
Il fatto è che per la Popolare di Spoleto,nel 2014, è stato disposto dai commissari l'aumento di capitale di 140mila euro in favore del Banco Desio e della Brianza, attuale proprietario della popolare, ignorando peró la ben più interessante proposta della Nit holdings limited di Hong Kong, con 100 milioni di euro da dividere tra i soci, specificamente 21 mila piccoli azionisti. Il danno è evidente e la Banca d'Italia non può non risponderne. Oltretutto quella stessa Popolare nel 2010 aveva già avuto un altro scandalo sempre in danno degli azionisti, e precisamente essa era stata oggetto di una scalata "in offerta" cioè con soli 20 milioni circa a fronte di altra offerta ben più remunerativa di 73 milioni. L'offerta convenientissima era stata concessa a tal Clitumnus guidata dalla coop rossa Centro Italia e dalla fondazione di sinistra Cassa di risparmio di Perugia. Già allora la cosa aveva avuto odore di bruciato dato che amministratore e socio di Clitumnus è il professore pubblico universitario Francesco Carbonetti il quale guarda caso è il consuocero del procuratore Gianfranco Riggio il quale aveva azionato l'azione giudiziaria contro il presidente dell'istituto "fatto fuori" alla bisogna insieme ad altre 33 persone indagate con l'accusa di reati gravi quali associazione per delinquere finalizzata all'usura e alla bancarotta fraudolenta. Si tratta quindi di una gestione sinistra tipo quella della banca comunista Monte dei Paschi di Siena. Si pensi solo che prima del commissariamento la Popolare di Spoleto valeva oltre 150 milioni, dopo il "trattamento" della sinistra, sotto il "controllo" di Banca d'Italia inclusa, è stato il disastro e la miseria.
Altro bell'esempio di coop della sinistra scoppiata per mala gestione della sinistra stessa è la coop Di Vittorio che oggi è fallita dopo essere stata ben bene spennata e depauperata dagli amministratori sinistri che, con il consenso e forse la direzione stessa della politica di sinistra, per anni hanno nascosto gravi buchi di bilancio, lasciando oggi a casa 653 cittadini italiani oltre che alle imprese. Oggi è il fallimento, italiani a casa, e maxibuco di 42 milioni di euro. Questo è il prodotto e l'effetto della gestione degli incapaci della sinistra fallimentare.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:33