
È proprio ora che inizia la paura per Roma e per i romani, quella di fare nuovamente la scelta sbagliata. Su Ignazio Marino nulla serve da aggiungere, tranne che dei tanti sbagli il più incredibile è quello della recidiva sui conti a piè di lista, anche se in Italia questa pessima abitudine a tutti i livelli sembra andare per la maggiore. Incredibile dunque che sia incappato in questi sciocchi problemi e seppur la presunzione d’innocenza è d’obbligo, il giudizio sui fatti resta completamente negativo.
Comunque sia, tanto è bastato per porre fine ad un viaggio che oggettivamente, da come si erano messe le cose, non poteva continuare e forse, per dirla tutta, non avrebbe nemmeno dovuto iniziare. Purtroppo però Roma è vittima di se stessa, non bisogna dimenticare che in fondo Marino è diventato sindaco per volontà dei cittadini che ancora una volta hanno scelto male. Per carità, nella capitale l’errore elettorale è cosa antica, per questo la città si ritrova come si ritrova e Marino è solo un anello di una catena che bisognerebbe spezzare per sempre. Roma non è una città qualsiasi, non solo per la sua storia così grande e importante da renderla straordinariamente unica al mondo e nemmeno per il fatto di essere la capitale, che pure non è cosetta, ma più semplicemente perché dalla Costituzione in poi e quindi dagli anni Cinquanta, è cresciuta in un modo tutto suo.
È diventata il regno dei cosiddetti palazzinari subendo per questo disastri urbanistici inenarrabili, è diventata la regina dei salotti del generone che conta, è diventata il crocevia di gruppi e di lobby che mai hanno smesso di dettare interessi e percorsi sulla città. Come se non bastasse, la sovrapposizione fra sede del Governo e dello Stato Vaticano ha fatto il resto senza bisogno di aggiungere commenti. Per questo governare Roma non è facile e significa tante cose, inoltre è la città più grande e popolata d’Italia, ha un territorio immenso e periferie sconfinate e abbandonate, un bilancio che a guardare le cifre è come quello di uno Stato di medie dimensioni. Insomma, piaccia o preoccupi Roma è Roma e guidarla fa la differenza in termini di potere politico, economico e contrattuale, la capitale è dunque un fatto nazionale.
Intorno al successo elettorale in questa nostra città, da sempre, si sono giocate partite per la vita dei governi in carica e per la sopravvivenza delle maggioranze parlamentari, questo a testimonianza di quanto la carica di sindaco nella “caput mundi” possa influire su tutto il resto della politica del Paese. Dopo l’infausta esperienza con Gianni Alemanno è arrivato Marino, vittima o artefice degli sbagli e dei giochi di potere interni al Pd, ai quali purtroppo in maggioranza i romani hanno abboccato ancora e seguendo le indicazioni del centrosinistra lo hanno messo in Campidoglio. Il resto è cronaca nota fino alle dimissioni inevitabili del chirurgo professore. È proprio qui che volevamo arrivare: per non essere recidivi e diventare vittime di se stessi i romani devono imparare a scegliere una volta per tutte, devono rendersi consapevoli che il futuro della città dipende esclusivamente da loro e dalla scelta che faranno quando a primavera auspicabilmente torneranno a votare.
È da tempo infatti che, prevedendo l’esito degli accadimenti, si vanno preparando nomi e cordate, gruppi e centri di potere pronti all’assalto. Insomma, come sempre, di tutto e di più. Ma attenzione, questa volta si sappia scegliere voto e candidature in ballo. Roma ha bisogno di un capovolgimento innovativo e serio, ha bisogno di ricostruirsi un’immagine degna di una capitale, di rimettere in piedi una qualità della vita cittadina che è precipitata all’inferno. Serve per questo un sindaco che, insieme a tutte le scontate qualità, conosca bene Roma, i romani e il romanesco; che sappia girarla in lungo e in largo ad occhi chiusi per intervenire e migliorare; che riconosca a menadito dove e come cambiare per estirpare definitivamente i mali della città senza soggezione e soprattutto senza conflitto d’interessi.
In buona sostanza occorre davvero un’aria nuova; verrebbe da dire un nuovo ponentino romano, una nuova musica ed è per questo che quando voteremo potrà servici lo straordinario sottofondo di “Roma nun fa la stupida stasera”…
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:27