Voilà, il gioco è fatto

Detto e fatto, come in passato i giochi di illusione di Renzi escono fuori in tutta la loro scontatezza e noi lo avevamo ampiamente previsto. La Legge di Stabilità che verrà deliberata dal Consiglio dei Ministri questa settimana, infatti, lo testimonia definitivamente, basta leggerla con attenzione per capire i trucchi del mestiere adottati negli annunci al solo fine di illudere gli italiani e guadagnare un po’ di voti. Conti alla mano la sintesi della nuova finanziaria porta con se altro debito per tutti e tante compensazioni fiscali del tipo: da una parte tolgo, dall’altra prendo con gli interessi.

Come se non bastasse la cosa più importante, cioè la modifica della Legge Fornero, dopo essere stata promessa e ripromessa, è stata rimandata guarda caso per mancanza di coperture, voilà. Sembra incredibile, ma del fiume di danaro disponibile alla rinascita del Paese nemmeno un piccolo affluente si è trovato per consentire il pensionamento anticipato e oltretutto oneroso a favore di chi è disoccupato e continua disperatamente a vivere nella terra di nessuno. Insomma, solo sciocchi e sprovveduti possono continuare a credere al paradiso che si annuncia, la realtà è tutt’altra e i minimi segnali di recupero, che pure ci sono, nulla hanno a che vedere con una ripresa forte e di struttura. Del resto, le testimonianze di questo sono tangibili nel Paese e quei modestissimi miglioramenti dei numeri si fermano a pochi e limitati settori che godono delle congiunture positive, a partire dall’euro basso e dai costi energetici in discesa. Tanto è vero che i benefici del Jobs Act verranno dimezzati, gli ottanta euro trasformati in detrazione fiscale e per finire, una serie di accise e addizionali inserite a pioggia in modo quasi invisibile sulla testa di tutti.

Oltre alla Legge Fornero rimangono insoluti i nodi degli arretrati della Pubblica Amministrazione, come pure gran parte della delega fiscale, i rinnovi contrattuali e le voci di spesa che veramente pesano sul bilancio dello Stato. Il fatto poi, che la Voluntary Disclosure venga continuamente prorogata la dice lunga sul fallimento previsionale dell’esecutivo. Purtroppo però siamo in Italia e da noi illusioni e ipocrisia sono sempre stati gli assi nella manica della politica e dei mezzi di informazione che la sostengono, tecniche antiche per suggestionare i cittadini portandoli a credere in quello che non c’è. Si spara a zero sugli scontrini di Marino e si tace su quelli di tanti altri ancora più pesanti che restano inosservati, si giustifica lo sfascio della capitale con il disastro della Giunta Alemanno e si tace con la vera provenienza di tale imbroglio, si riportano in grassetto alcune indagini e si omettono o propongono a caratteri minuscoli tante altre. Insomma, la disinformazione oppure l’informazione ad usum delphini è una specialità italiana che ci pone in testa alle classifiche internazionali. Inoltre, a questa poco nobile caratteristica, da noi, si somma quella del trasformismo parlamentare nel quale siamo maestri insuperabili (come il famoso tonno) e ne esce così fuori una piece teatrale da straordinario avanspettacolo.

Qui non si tratta di fare i gufi o i canguri o i gamberi o addirittura le bestie (l’Italia ormai è trasformata in un grande zoo), ma più semplicemente di essere realisti o magari solo intellettualmente onesti. Al nostro Paese servirebbe, infatti, tanta nuova e soprattutto buona e sana politica, quella che da decenni si è persa per strada a vantaggio dell’interesse personale, dell’affarismo, dei gruppi di potere, delle cordate di riferimento. Per questa triste logica sono nati nuovi partiti, si è cambiata casacca, sono stati conferiti incarichi pubblici, sono state scelte candidature, sono state date indicazioni di voto. Tutto in barba all’interesse collettivo, all’idea della missione pubblica, alla necessità del bene comune, al rispetto della volontà popolare, un disastro insomma che ovviamente ha finito con il rovinarci del tutto oltreché mortificare la democrazia.

Di fronte a ciò però, finalmente gli italiani cominciano ad aprire gli occhi e i sondaggi lo dimostrano, i numeri che girano confermano infatti che la gente ha capito quel che c’è da capire. Per questo le prossime amministrative potranno sancire il risveglio della voce e della volontà popolare, il desiderio grande di decidere chi merita e chi no. Bisogna avere fiducia nel cambiamento, essere convinti che questa volta la gente non subirà e non si farà prendere in giro, dunque potrà essere la vera “volta buona”, per cambiare il Paese e per riprendere quel diritto che la nostra Costituzione assegna agli unici titolari: gli italiani.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:14