
Bisogna andare piano, adesso non è il momento di correre. Bisogna sentire bene ciò che Ignazio Marino ha annunciato di dire per vendetta: “Faccio tutti i nomi”.
È molto utile adesso, fondamentale, conoscere nomi, soldi e fatti di cui vuole parlare Marino, è utile per tutti gli italiani. Questo prima, si sottolinea prima, dell’accordo che il Pd cercherà di trovare, forse già lo ha fatto, con Marino che è disperato perché solo tra tre anni potrà accedere all’immeritata, ingiustificata pensione da ex senatore di sinistra, e oggi non sa come fare “campare” la famiglia. È necessario cioè, prima di passare oltre con elezioni nomine ed altro, conoscere, scoperchiare bene il sistema di pagamenti del Pd che è poi il troncone dell’albero (la quercia di Achille Occhetto, ricordate?) su cui si regge l’intero partito comunista, della sinistra italiana.
La politica non di sinistra deve essere oggi molto curiosa e attenta rispetto a quanto sostiene di volere dire Marino, precisamente di ciò che ha detto di volere spifferare per ricattare il partito comunista/Pd, il suo partito, perché è in quelle parole, nei diari in cui Marino dice di avere annotato tutto, che si trova il bandolo della matassa, gli elementi necessari non solo per fare chiarezza su illegalità e intrecci sinistra/mafia/affari, ma anche per costruire in futuro, differentemente, i partiti politici a venire. Cosa non fare per organizzarli e strutturali.
Ci vorrà mica dire Marino, sempre per “sputtanare” il suo Pd, degli affari della sinistra, nero su bianco, di Mafia capitale, o di quelli fatti grazie ai migranti con Alfano, o ci vorrà parlare delle cooperative rosse di Poletti e che lui stesso pagava traendone beneficio e nomina stessa a sindaco? Marino è un uomo disperato economicamente, ieri disperante e oggi pure disperato, rappresenta la tragedia umana di ogni soggetto politico della sinistra, legato a triplo filo alla sinistra politica, con il cappio sinistrorso al collo per vivere. E quando si dice “per vivere”, è proprio ciò che significa “per vivere”, per mangiare. Se il partito non scuce, la sinistra tutta non mangia. Se il partito, con Cooperative rosse, Buzzi, Carminati e Odevaine di “Mafia Capitale”, così come gli immigrati nei centri di raccolta/detenzione tipo quello siciliano di Mineo di Angelino Alfano, non allunga il pezzo di pane, Veltroni, D’Alema, Lusi, Rutelli, Marino, Renzi e tutta la sinistra non mangiano. Il partito comunista di ieri ha continuato a mantenere in vita ed ad alimentare un sistema di sinistra oscuro quanto corrotto, ereditato dal migliore e dagli altri comunisti nei traffici che allora avvenivano direttamente con l’Urss, e che ha garantito e garantisce oggi, tuttora, grazie ad un lucroso oscuro patrimonio di base, un sistema di ricatto in cambio di cibo ai sinistrorsi italiani.
Perché Rutelli ha ignobilmente rinnegato e tenuto in galera Lusi, gestore di soldi della sua stessa sinistra comunista? Perché la Cassa depositi e prestiti gestita fino a poco tempo fa da Bassanini, tuttora di proprietà della sinistra con Costamagna e altri, distribuisce a nome della sinistra ciò che è di tutti? E il disastro fallimentare del Monte dei Paschi di Siena, soldi di tutti gestiti malvagiamente dalla sinistra con numerose sinistre teste di legno? Perché Napolitano, utilizzante lui stesso la cassa comunista, ha potuto mettere impunemente addirittura al governo di un intero Paese, di tutti gli italiani, tre governi non eletti essenzialmente di chi pareva a lui, nuovi (Renzi & Company) o ex comunisti? Perché la sinistra ha potuto fare della distribuzione ed occupazione dei posti pubblici della e nella pubblica amministrazione italiana il proprio campo di battaglia? Quale è il collegamento tra questa dissipazione di soldi pubblici con quelli comunisti anch’essi di tutti e requisiti agli italiani, per cui la sinistra può sprecarli, dissiparli, disporne da sola? I soldi comunisti, il patrimonio comunista consente al partito della sinistra, in ogni sua forma: Pci, Ds, Margherita, Pd, eccetera, di arraffare e distribuire i soldi pubblici dello Stato italiano.
È il nocciolo duro su cui il partito stesso della sinistra può esistere e continuare ad esistere. La sinistra gestisce i soldi pubblici con le cooperative, li distribuisce con le poltrone, li spartisce con le fondazioni politiche e non (da ultimo soldi pubblici a iosa dati da Franceschini in qualità di ministro illegittimo alle fondazioni della sinistra), li sparpaglia, li dissipati. Duecento milioni di euro di beni, sarebbe il patrimonio degli ex Ds, ad esempio, che nel 2007 Linda Giuva, la signora D’Alema, ha censito da brava su richiesta di Fassino e Sposetti. Alla fine i Ds sono risultati proprietari di 2.399 immobili e non solo case del popolo, ma pure palazzi di pregio, uffici/sezioni, appartamenti, archivi e opere d’arte donate al Pci: Guttuso e lavori di Afro, Attardi, Beck, Calabria, Cascella, Consagra, Dorazio, Enotrio, Carlo Levi, Mazzacurati, Mulas, Munari, Oliva, Turcato, Turchiaro, Vespignani, Zigaina, Ziveri, tutta roba che, è stata fatta rientrare in ben 57 fondazioni di sinistra alle quali il partito donò “gratuitamente” il suo patrimonio. Di chi sono tali fondazioni? Ma questo andazzo non è di oggi, non è una novità di oggi, ma un processo che viene e parte da lontano, almeno da Togliatti e amante Iotti fatta presidente della Camera (da letto), e giù a scendere fino all’imbelle Renzi cui hanno dato il governo ma non, pare, tutta la cassa.
Bisogna che si chieda insistentemente a Marino circa tutti i sassolini che intende levarsi, perché riguardano tutti noi italiani, molto più di quanto pensa o sospetti lui, l’ignaro ignavo Marino. La storia è brillante: sarebbe dovuto arrivare oggi. Il giorno cioè in cui dalla cosa più stupida sarebbe saltato fuori il putiferio di corruttela sinistra. Lusi l’hanno fatto tacere, barattando lui gogna e vergogna pubblica con soldi e mantenimento alimentare o altro, che la sinistra gli fa arrivare. Silenzio contro cibo. In quel caso la sinistra è riuscita a tappargli la boccaccia. Ma gli incavolati indiavolati si susseguono e spuntano come funghi. Napolitano, resa la presidenza della Repubblica da lui bistrattata prima che si arrivasse agevolmente a lui per tradimento ed altro, ha passato il tempo a zittire. Oggi c’è Marino dimissionario con ricatto, e Buzzi di Mafia Capitale in galera che confessa, Poletti delle cooperative fa il ministro, Renzi incapace al governo, Letta rancoroso zittito pure lui, Monti escluso per idiozia personale.
Questa sinistra ce la deve dire tutta, deve sputare e vomitare sul piatto italiano come vive, di cosa si nutre, come. Sicuramente perdere la faccia, l’onore, la dignità, il rispetto di sé, la propria stessa vita, non vale ciò che la sinistra ha in cassa e può dare in cambio per ricattare, zittire, mantenere le teste chine e mazziate, andare in galera. Si indaghi sui soldi, su cosa c’è dietro per cui si è disposti a morire nella società civile piuttosto che denunciare e vivere nella chiarezza, onorando in maniera trasparente, pulita, non illegale ed illecita, le proprie ambizioni. La sinistra è marcia e corrotta, è ricca però, ha un patrimonio alle spalle, nascosto, che ha usato ed usa tuttora per ricattare, zittire, annacquare. Sarà lo stesso patrimonio certamente, ad avere “giustificato” ai tempi di tangentopoli e di mani pulite il non avere sfiorato e toccato la sinistra politica ed i politici di sinistra?
A pensare male non si sbaglia, soprattutto in un Paese come il nostro, l’Italia, in cui l’illegalità, l’illiceità, corruttela, violazione delle regole e della democrazia regnano sovrani. Si chieda bene dunque a Marino, non solo delle cene rubate, ma soprattutto di ciò che vuole dire “per fare crollare tutto”. Renzi, come tutti noi, aspettiamo fiduciosi cotanta rivelazione. Forse è la volta buona. Finalmente un po’ di chiarezza, utilissima per costruire il futuro della politica italiana in maniera diversa, funzionante, efficiente ed efficace per l’Italia.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:36