E se la Fondazione An desse i soldi ai poveri?

Vedere litigare gli eredi del più o meno glorioso Movimento Sociale Italiano per i soldi della Fondazione An sta diventando uno spettacolo talmente disgustoso, anche per chi non avrà mai la voglia di votarli (come il sottoscritto), che chiunque può invece immaginare quale effetto la cosa stia sortendo sui potenziali elettori del centrodestra.

Se si litiga come i viados che frequentavano Piero Marrazzo intorno a soldi che per lo più provengono dai lasciti delle anziane vedove di ex notabili missini, si raggiunge un fondo talmente basso della condizione politica e umana che poi pensare di poter ricostruire qualcosa “in fondo a destra” partendo da lì è francamente grottesco.

Per non parlare di episodi tipo la “Casa di Montecarlo” che, in questa situazione vigente, o “sic stantibus rebus”, appaiono destinati a ripetersi se non a moltiplicarsi. Esiste allora una via d’uscita? Una exit strategy politica per questi circa 200 milioni di euro che si litigano i vari Gasparri, Alemanno, Fini, Matteoli e colonnelli vari di un esercito senza più generali né soldati?

A mio modesto parere sì, l’opzione Pannella, o se vogliamo restare alla moda politica odierna, quella dei Cinque Stelle, può rivelarsi vincente. Chi avrà le “palle fasciste” di accettare la possibilità che tutti i soldi della Fondazione An vengano dati politicamente in beneficenza agli italiani bisognosi e in parte magari usati come fondo di garanzia per i professionisti e la piccola e media impresa che non ha accesso al credito bancario non frequentando i salotti dei soliti noti? O chi avrà l’onestà intellettuale di prendere in considerazione questa cosa?

Certo si deve fare a meno della marmellata, della “roba” come la chiamava Ernesto Rossi, dei soldi insomma su cui si allungano da tempo le avide mani dei politici di destra. Ma se si vuole fare politica pulita un gesto del genere varrebbe da esempio. E, come calamita elettorale, sarebbe cento volte più “sexy” di un improbabile leader leghista riciclatosi nazionalista come Matteo Salvini. E Giorgia Meloni, che è una donna intelligente, avrebbe tutte le caratteristiche per raccogliere questa sfida. 

 

@buffadimitri

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:51