
Sono iniziate nel mondo giornalistico le grandi manovre per due appuntamenti che avranno ripercussioni per i prossimi 4 anni ai vertici della Federazione della stampa (Fnsi) e dell’istituto di previdenza( Inpgi).
Si parte dalla elezione il 7 ottobre del successore di Santo della Volpe il giornalista del Tg3 prematuramente scomparso a luglio dopo essere stato eletto, non senza difficoltà,alla presidenza della federazione al congresso di Chianciano.
E’ la prima mossa che poi porterà alla elezione del nuovo presidente e del vertice dell’istituto di previdenza che non ha goduto buona salute negli ultimi mesi tra polemiche, divisioni, riforma contestata, avviso di garanzia per il presidente Andrea Camporese.
La corsa è iniziata ma le idee e gli orientamenti della maggioranza che governa la Fnsi da lunghissimo tempo non sono univoci e chiari. Per ora non c’è un’indicazione precisa perché nella corrente egemone le anime di sinistra sono diventate molteplici. Non più tutti uniti sotto l’egida di “ Autonomia”ma con gruppi sparpagliati non essendoci più un leader di riferimento come ai tempi di Vittorio Roidi, Gabriele Cescutti e più indietro Agostini, Ceschia, Sergio Borsi, Raffaele Fiengo, Giorgio Santerini, Paolo Serventi Longhi.
Dalle ultime riunioni dell’ex gruppo di Fiesole stanno emergendo comunque almeno 5 candidatura, tra cui quella di Giovanni Negri di Stampa democratica passata dalle posizioni di opposizione dei tempi di Walter Tobagi, Maurizio Andreolo, Marco Volpati a quelle più comode del consociativismo in giunta.
Da Milano ci starebbe facendo un pensierino anche Guido Besana. Sta però tornando in campo ancora una volta il sindacalista per antonomasia: Beppe Giulietti che dopo l’esperienza da deputato Pd è rientrato nella sua redazione Rai di Venezia. Già al congresso di Chianciano molti delegati aveva spinto per il suo ritorno ai vertici della Federazione dopo essere stato a lungo leader dell’Usigrai ai tempi dei “ Professori” con i quali aveva stabilito quell0 che va sotto il nome di “patto consociativo” per gestire promozioni e trasferimenti attraverso la cosiddeta commissione “ paritetica”.
A Chianciano fu costretto a fare un passo indietro per non “ spaccare”, dividere la corrente,lasciando campo libero a Santo della Volpe, un giornalista molto impegnato nella professione e nella vita nelle battaglie per la legalità.
Sarà Giulietti l’erede? Difficile a causa della necessità di trovare nuovi equilibri e di non forzare i regolamenti statutari sui delegati. Non sembra che gli abbia giovato neppure l’appoggio al suo vice caporedattore della Rai di Venezia il presidente Andrea Camporese, presidente dell’Inpgi uscente, indicato dalla Procura di Milano per truffa aggravata ai danni dell’ente e corruzione nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della Sopaf.
In pista c’è allora l’ex segretario di Stampa romana ( due mandati) Paolo Buttarini prepension ato della Gazzetta dello sport ed entrato dopo il congresso nella giunta Esecutivo Fnsi. Il suo ruolo di oppositore del contratto nazionale del 2014 e della legge sull’equo compenso ai collaboratori gli ha alienato le simpatie degli ex alleati a partire dal segretario Raffaele Lorusso e non ha neppure l’appoggio del vertice del sindacato Rai guidato da Vittorio Di Trapani.
Restano altre due candidature del mondo Rai. La prima è quella del segretario della Subalpina Stefano Tullia, 44 anni giornalista della sede Rai del Piemonte e che al congresso è stato il consigliere nazionale più votato e quindi presiederà il Consiglio del 7 ottobre.
Avrebbe però declinato l0offerta di candidatura per una questione di metodo, avendo avanzato una specie di primarie. L’indicazione del presidente sarebbe dovuta venire non da un gruppo ristretto ma dagli 80 consiglieri che si riconoscono nella maggioranza federale. Questa ipotesi è stata bocciata da Lorusso che ha voluto riservarsi la possibilità di interpellare i “big” delle varie anime politiche e territoriali della corrente per poi formulare la proposta.
Potrebbe uscire dal mazzo una donna? In realtà sulla scena del sindacato rai sta emergendo la figura di Alessandra Mancuso, 52 anni di Catania e vice caporedattore agli Speciali del Tg1. Sarebbe sostenuta anche dal gruppo “ Nuova Informazione” di Marina Cosi, se saltasse Besana, la corrente milanese dove la Mancuso ha iniziato a fare attività sindacale ai tempi del gruppo di Fiesole.
Sciolti i nodi alla Fnsi si passerebbe all’Inpgi per i cui vertici sono state fissate dal Consiglio di amministrazione le elezioni della categoria per l’ultima settimana di febbraio 2016.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:36