
Si stanno intensificando sbarchi ed accesso di clandestini (migranti), e nelle prossime ore è previsto giungano in Italia dalle vicine Serbia e Croazia circa 10mila profughi. Parimenti il signor Renzi accelera sull’abolizione d’Imu e Tasi sulle prime case. Due argomenti solo apparentemente lontani ma di fatto troppo connessi. Gli esperti internazionali del mercato immobiliare sanno bene quanto i valori del mattone subiscano ritocchi al ribasso per due componenti: incremento fiscale e situazioni di degrado sociale nel paese dove insistono le case. L’Italia è attualmente poco appetibile per il target alto dell’investimento immobiliare per la combinazione di pressante (ed incerta) situazione fiscale e rischi derivati da ingorgo demografico. Il timore che l’Italia possa trasformarsi nel campo profughi d’Europa (ed in buona compagnia della Grecia) traduce al ribasso le stime immobiliari. Gli esperti sanno bene che più forte è la pressione emergenziale dettata dai senza tetto (soprattutto migranti e profughi) e maggiori sono le possibilità che gli immobili privati vengano requisiti a scopo d’accoglienza. Un problema presentato sul finire dell’estate a Matteo Renzi da un gruppo di potentissimi lobbisti immobiliari, tra cui quei signori di Francoforte che in Italia hanno messo su un sistema di “real estate” per reperire immobili di lusso mentre in Grecia sono azionisti della società tedesca che ha rilevato porti, aeroporti ed interi villaggi turistici. Le case in Italia non valgono più un fico secco? Ecco che Renzi, impotente sul fronte migranti, cerca almeno di mantenere la promessa relativa all’abolizione delle tasse sulla prima casa. Di fatto non è solo una mossa elettorale, ma è anche un modo per scongiurare la fuga dall’Italia dei contribuenti più ricchi d’Europa. In questo quadro si potrebbe ravvisare anche una riforma al ribasso delle aliquote, nonché la cancellazione delle imposte sugli affitti (Irpef e cedolare secca) e la trasformazione delle imposte di registro (ipotecarie e catastali) da prelievo percentuale in tassa fissa, ottenendo una sostanziale eliminazione delle stesse. In questo senso avrebbe anche una certa logica la modifica dell’imposta di successione, lasciando inalterate le attuali soglie d’esenzione. Ma la detassazione può solo in parte mettere una pezza al calo dei valori immobiliari, perché chi acquista una casa vuole anche garanzie (quanto meno fondate speranze) che la sua abitazione non venga requisita o che nei pressi del suo portone non sorga una tendopoli, ed in nome di fumose forme di solidarietà.
Di fatto la situazione è al limite. L’80 per cento degli immobili demaniali non corrisponderebbe alle normative Ue utili ad ospitare esseri umani (ossia migranti). Intanto circa seimila profughi hanno già raggiunto il confine tra Italia e Croazia. La cifra è stata resa nota dalla Croce Rossa. Nei prossimi giorni dovrebbero arrivarne altrettanti: secondo la Croce Rossa gli autobus continuano a raccogliere migranti in territorio serbo ed a trasferirli sul confine tra Croazia ed Italia. Perché il confine austriaco è ormai saturo, e Vienna è prossima a chiudersi (anche se con misure più morbide rispetto all’Ungheria).
“Se si tratta di migliaia, possiamo gestirli, ma se sono decine di migliaia semplicemente non abbiamo i mezzi”, ha dichiarato il ministro degli Esteri croato Vesna Pusic all'emittente HRT. Nel frattempo i migranti vengono registrati e riuniti nel centro di raccolta di Jezevo, alla periferia di Zagabria. I colloqui tra il premier croato Zoran Milanovic ed il cancelliere austriaco Werner Faymann lasciano presagire una strategia comune, ovvero una chiusura “intelligente”. Le autorità di Austria, Croazia e Slovenia hanno deciso di dirottare, e di comune accordo, i rifugiati verso i paesi mediterranei limitrofi. E siccome l'Austria ha ripristinato i controlli alle frontiere, ne deriva che i migranti verranno tutti in Italia.
Anche perché “per non trasformare l’Europa in fortezza” (parafrasando la Merkel) necessita vi siano zone cuscinetto devolute all’ospitalità, ai campi profughi: così Italia e Grecia vengono ipso facto convertite al ruolo d’industria dell’accoglienza. E allora, comprereste mai una casa nei pressi d’un campo profughi? Così le stime del mercato immobiliare italiano e greco volano al ribasso, nonostante le necessarie (utili) promesse sul calo delle tasse.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:33