
I prodotti agricoli israeliani provenienti dalla Giudea e la Samaria, considerati contesi con i palestinesi e quindi classificati come “colonie”, dovranno avere una scritta che ricordi nell’etichetta questa origine. Era dai tempi della Germania hitleriana che le manifatture e i prodotti agricoli degli ebrei non ricevevano una simile sorta di marchio d’infamia. Adesso ci ha pensato il parlamento europeo, con 525 voti a 70, a macchiarsi di questa stupida infamia ideologica, oltretutto perpetrata contro lo stesso parere dei palestinesi.
Che lavorano a migliaia nelle aziende agricole dei cosiddetti coloni in Giudea E Samaria. Ma la spiegazione, come si diceva, è tutta interna ai contorcimenti della sinistra europea: la proposta, portata avanti da Federica Mogherini e ereditata dalla sua collega Catherine Ashton, è infattiun cavallo di battaglia degli attivisti del BDS movement, “boycott, disinvestment and sanctions”, gente per lo più della ultra sinistra europea che porta avanti da anni una campagna di boicottaggio verso tutti i prodotti israeliani. E anche verso i professori universitari ebrei.
Cosa che fa urlare il governo di Gerusalemme all’anti semitismo mascherato. Il voto del parlamento europeo risale a giovedì e oggi ne dava notizia entusiasta “il manifesto”, giornale sempre pregiudizialmente anti israeliano. Il paradosso di tutto però, come si accennava, è che i tremila lavoratori palestinesi assorbiti nell’agricoltura della Giudea e della Samaria, con questo scherzetto rischiano di rimetterci il posto. Specie se la campagna del Bds, coniugata con le etichette dissuasive della Ue, facessero crollare il mercato dei datteri e degli altri prodotti agricoli israeliani che provengono da Giudea e Samaria.
Ad aprile l’ex ministro degli esteri Avigdor Liebermann, quando fu calendarizzata la cosa al parlamento della Ue, ironizzò dicendo che già che c’erano i funzionari della Ue “potrebbero metterci sopra una stella gialla”. Due anni fa quando colei che precedette la Mogherini come miss Pesc, Catherine Ashton, iniziò il lungo cammino di questa scellerata proposta, venne a Bruxelles addirittura una delegazione dell’Anp pregando la stessa Ashton di non coltivarla.
Tre delegati mandati da Abu Mazen in maniera informale che fecero presente in via riservatissima alla Ashton che era meglio lasciare perdere per le possibili ricadute negative sui palestinesi in termini occupazionali. Ma quando c’è di mezzo l’ideologia anti israeliana la Ue ha spesso dimostrato di non volersi mai fermare: così adesso è stata la Mogherini a continuare sul solco aperto da lady Ashton portando a casa questo bel risultato.
@buffadimitri
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:37