
Ecco l’ennesima vergogna: i partiti politici hanno arraffato il tesoretto dei soldi pubblici, senza nessun controllo nè i bilanci in regola. Non ci si lamenti poi che i cittadini italiani non vandano a votare. Per approvare la legge salva-bilanci, ai deputati sono bastate poche ore procedendo così all’ incasso dei finanziamenti pubblici del 2013 e del 2014 bloccati. Li hanno sbloccati alla velocità della luce, prendendoseli senza controllo alcuno.
La legge dei record porta la firma di Renzi, precisamente di Boccadutri, ex sel oggi del pd di Matteo Renzi. Al ritorno dagli oltre trenta giorni di vacanze, i deputati hanno pensato di rimpinguarsi le tasche facendo passare rattamente la legge per incassare i finanziamenti pubblici del 2013 e del 2014. Soldi che erano bloccati perché la commissione di controllo, da loro stessi creata, non aveva ancora proceduto al controllo delle spese e delle entrate. Gli indegni, già che c’erano, si sono anche estesi la cassa integrazione in deroga ai partiti nati dopo la legge e anche a tutte le federazioni locali. Hanno poi deciso di fare valere le regole mai applicate solo dal 2015, e intanto, con la deroga alla certificazione dei bilanci che è come avere dato un calcio in bocca a tutti i lavoratori italiani, hanno incassato per sè i soldi pubblici senza controllo alcuno.
Ecco l’ennesima beffa sui soldi pubblici agguantati dai partiti politici contro i cittadini italiani. La Legge Letta ha previsto l’abolizione dei finanziamenti ma solo a partire dal 2017, non è passato un solo anno che Renzi l’ha modificata per intascare i soldi: nessun controllo sui bilanci 2013 e 2014 in modo da incassare subito i rimborsi elettorali congelati, in assenza del mancato via libera dato dal controllo. Si ricordi che già nel 1993 un referendum dei radicali aveva chiesto di sospenderli. Oggi sarebbero dovuti arrivare ai partiti, finanziamenti dimezzati, a luglio 2015, ma solo nel caso in cui la commissione di garanzia avesse verificato, con un accurato controllo delle spese, la correttezza dei bilanci. La commissione però si è dimessa non riuscendo a verificarla e i rimborsi sono stati bloccati. Da cui il celere sblocco odierno e l’agguanto della cassa da parte di Renzi & Co., per tutti i partiti politici. Ma non c’è solo questo. Per la prima volta in settanta anni, Renzi e il pd hanno abolito l’obbligo di rendere pubblici i finanziamenti alla politica. Nessuno saprà niente su milioni di euro. Addio trasparenza sui finanziamenti privati. Il pd di Renzi vieta oggi di sapere chi finanzia i partiti. E “grazie” alla norma sulla privacy cala il silenzio su 3,3 milioni dati alla sinistra, 1,3 milioni ad Alfano e all’ncd e 1,1 alla lega. In nessuna altra democrazia di questo mondo ciò è possibile. In Francia si deve pubblicare tutto sopra i 3.000 euro di finanziamento e chi viola le norme va in galera; in Germania si possono dare fino a 1.000 euro ai partiti in contanti dopo di che i contributi devono essere pubblicati con nome cognome ed indirizzo dei finanziatori; in Gran Bretagna l’obbligo di trasparenza scatta su tutti i contributi sopra 1.500 sterline; in Spagna è obbligatorio identificare chiunque doni a un partito più di 300 euro. In nessun altro Paese d’Europa è possibile cioè ciò che sta accadendo in Italia, in spregio ai cittadini italiani.
Dopo un’estate drammatica di crisi economica, il primo provvedimento di Renzi e dei parlamentari è stato al contrario quello di mettere le mani in tasca agli italiani.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:37