
Nessun patto con nessuno. Altrimenti si scompare. Anche se forse sarebbe meglio, e gli italiani voteranno in massa Lega e Movimento Cinque Stelle. Addio Berlusconi, Forza e altra Italia. Contra principia negantem non est disputandum. Se si “dialoga” con Renzi, nominato da Napolitano per essere la sua longa manus, non ci sarà più scusa, giustificazione o argomento che tenga. Sarà siglata, con il dialogo stesso, la fine. Come si fa a smarcarsi se si va ripetutamente a braccetto? Come si fa ad avere il consenso degli italiani se, di fronte al palese imbroglio-Renzi, ci si fanno affari? Dite pure a Guerini, a Renzi o a chicchessia, che il tempo delle vacche grasse è giunto al termine, per somma bugiardaggine, incapacità e scempio per mano di Napolitano della cosa pubblica, dell’Italia. Porte chiuse e dritti per la propria strada. Nessun cedimento, nessuna apertura, spazio, condizione o possibilità. Nessun governo o governicchio, meno che mai governissimo con gli imbroglioni al potere, anche perché si tratta di governi illegittimi, destinati ad essere travolti dalla realtà dotata di forza inimmaginabile.
In Italia la spesa pubblica è esponenzialmente cresciuta con tutti e tre i governi mai eletti di Napolitano, cioè i governi illegittimi di Monti, Letta e Renzi. Non solo, la spesa pubblica è anche destinata a salire ulteriormente, come dimostrato e confermato da ultimo dalla Ragioneria generale dello Stato, specificamente di altri 6 miliardi di euro per aumenti della spesa stessa e per gli immigrati. Renzi, l’imbroglione al governo rubato, solo negli ultimi sei giorni ha raccontato balle a più non posso, tipo gli investimenti futuri per la cifra iperbole che si aggira, a tenersi bassi, intorno ai 180 miliardi di euro. Centottanta miliardi che non ha, che non esistono se non nelle bugie de “il bugia”, tale è infatti il soprannome toscano di Renzi. A fargli miserrimo coro c'è Delrio, soggetto che, solo a guardarlo, si vede che ha paura anche di se stesso, della sua ombra, figuriamoci dei lavori pubblici che gli sono stati regalati senza titolo come ministero, fondamentalmente per tacere e far fare affari alle cooperative rosse emiliane, cui già prestava medesimo servizio da Reggio Emilia, in tandem con Poletti, attuale ministro del Lavoro (degli altri) ed ex presidente proprio delle cooperative. Dunque, calma e sangue freddo, si cammina e si guarda avanti, spingendo ed ottenendo il voto, perché si voti democraticamente e si prendano voti.
Un accordo oggi, come vogliono fortemente quelli che pensano unicamente alle proprie tasche, sia di destra che di sinistra, oltre che sbagliato costituirebbe l’ipoteca nefasta sul futuro. Piuttosto si spieghi bene agli italiani che, all’opposto di quanto sbandierato sui dati Inps dal fanfarone e dal vetero-comunista (Napolitano), gli occupati sono 40mila in meno in Italia e che, come si era già detto a suo tempo, i contratti a tempo indeterminato altro non sono che quelli degli ex precari. Quindi di fatto Renzi non ha portato un solo, nemmeno uno, nuovo posto di lavoro, tolto ovviamente quello a se stesso (familiari, amici e compagni). Non è che l’Italia però può andare avanti prospera perché adesso anche la moglie di Renzi è riuscita a farsi aggiungere di peso tra le fila degli impiegati pubblici, nella Pubblica amministrazione che paghiamo noi tutti con i nostri soldi, e neanche perché ex disoccupati ora sono a nostro carico sempre nella P.a.. Si vedano le dichiarazioni dei redditi degli ex disoccupati, improvvisamente nababbi politici.
Quindi ci si riunisca e si detti la linea in grado di prendere voti al giro che verrà, quello che necessariamente vedrà gli italiani scegliere. Facciamo che questi non debbano scegliere solo tra Salvini e Grillo, diamo loro anche una possibilità di scelta moderata, laica, liberale, autonoma e non connivente con l’illegittimità. Lo spazio c’è ed è anche tanto, chi lo andrà ad occupare, al nuovo giro, prenderà l’intero banco. Quelli che proprio non si sa cosa stiano combinando politicamente sono gli imprenditori. Sembra stentino a capire che con Squinzi non vanno da nessuna parte, ma che piuttosto vengono portati al patibolo, a morte certa. Sempre ammesso non siano già morti per fallimento o suicidio. I più sono già in gran parte all’estero, dove maturano l’80 per cento del proprio fatturato senza mantenere alcun impianto o manodopera italiani. E ciò nel mentre i piccoli e medi imprenditori rimasti in Italia soffrono e tacciono, chiudono bottega. Cosa stanno facendo? Come pensano di farsi sentire e valere? Per di più gli operai italiani sono in totale crisi di disoccupazione, proprio perché sono soprattutto le aziende straniere a lasciarli a casa. È la colonizzazione economica dell’Italia in corso. Un Paese allo sfascio capitanato illegittimamente da un imbroglione. Anzi da più imbrogli, tre per la precisione. Di un altro non se ne sente la mancanza. Anche se, probabilmente, Napolitano ha già dato l’ordine e Berlusconi anela a farsi rifregare; vale a dire, in lingua italiana, che anela a farsi a reinquisire, a farsi togliere di mezzo.
Dunque conviene, e per più ragioni, sparigliare e cambiare le carte.
Meglio l’intero gioco.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:26