Immigrati: giusta la rabbia degli italiani

Diciamo che gli italiani sono esausti perché esasperati dall'invasione di immigrati nullafacenti che finiscono poi fondamentalmente con il delinquere, siano essi clandestini, rifugiati, profughi, terroristi islamici o altro. Tranne che per Napolitano, Renzi e per le loro cricche illegittime e losche (Mafia Capitale, Cooperative rosse, ecc.), fuori dalle sedi cosiddette istituzionali, gli italiani non se la passano granché. Tartassati di tasse a fronte di servizi indecenti e vergognosi, li si vorrebbe sorridenti e felici per lo Stato del magna magna di Renzi & compagnia, impazienti e premurosi nel ricevere orde di selvaggi senza arte né parte, perdigiorno con tendenze criminali, da aggiungere e cumulare ai nostrani al governo con imbroglio. Beh, non si può. Non ce la si fa. Non è possibile. Gli italiani scesi per le strade a Roma e a Treviso hanno ragione e fanno bene a opporsi recisamente a imbarazzanti decisioni ridicole di governo, si ricordi irregolare perché non eletto, oltre che scollato del tutto dalla realtà. È in corso infatti il travisamento della realtà ad opera dei più disonesti unitamente ai più tonti, per cui mai sono stati così distanti realtà e imbrogli, funzionamento e sfunzionamento della “macchina” democratica. Oggi si è fuori dalla democrazia in Italia, tanto quanto fuori controllo. È l’epoca degli imbroglioni, travisatori e profittatori al governo illegittimamente.

La realtà vera degli italiani oggi non è quella che li ricorda ricchi e benestanti, dunque in grado di accogliere eventuali altri soggetti bisognosi, ma quella che li vede stentare ad arrivare, la gran parte, addirittura a fine mese perché il lavoro non c’è, né gli scellerati al governo barando lo creano, né tantomeno sono in grado di creare, mentre le finanze si assottigliano perché la casa del nonno è stata malamente venduta. Di affitti non ce ne sono più perché quasi più nessuno affitta, anche solo lontanamente, ai prezzi di qualche anno fa e, soprattutto, l’entrata mensile è destinata per lo più a correre dietro a insensate quanto esose vessatorie tassazioni. Tasse che servono a spesare e far festeggiare, da ultimo, i novant’anni di danni all’Italia di Napolitano, al Senato con duecento imboscati della Pubblica amministrazione, vero e proprio tesoro dei ladroni, insieme a tutto il carrozzone pubblico che nessuno si pone il problema di rivedere, sfrondare, alleggerire o riformare. Cosa volete si dica e scriva? Si salvi chi può. Prima si andrà a votare e prima ci si libererà di tanta inutile costosa illogica fuffa. Ricordiamo solo, quando sarà, di chiedere i danni. Viva l’Italia, futura!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:35