
Sia chiaro a tutti e che resti a futura memoria, l’accordo di Bruxelles significa due cose: la prima che la Grecia è finita come stato-nazione, la seconda che la Germania ha imposto le sue condizioni solo per prendere tempo e organizzare il suo sistema alla fine dell’Euro, perché, a nostro avviso, tempo 12/18 mesi la moneta unica salterà. La Germania è troppo furba e muscolare per non sapere il destino che si profila per la moneta unica e troppo sciocchi e deboli sono gli altri a pensare invece, che abbia vinto il futuro dell’Europa.
Anche un bambino capirebbe che le condizioni greche non consentiranno mai, anche con le ultime imposizioni, la restituzione del prestito, sarà solamente un altro modo per allungare i tempi, per guadagnare quei mesi necessari alle economie forti (Germania) per predisporre il “Big one dell’Euro”. Dunque, chi si può attrezzare si attrezzi durante questi tempi supplementari che l’accordo concede, la Grecia è stata solo un pretesto preparatorio, i debiti in giro per l’Europa, a partire dal nostro, esploderanno come fuochi d’artificio. Nelle stanze che contano lo sanno e lo sanno da un po’ di tempo e molto bene. Una Grexit in questo momento sarebbe stata una soluzione troppo anticipata rispetto al ruolino di marcia previsto, meglio dunque evitarla salvando la faccia al prezzo di condizioni insopportabili a chiunque.
Del resto per Tripas la scelta era o bere o affogare e un po’ di tempo, in fondo, servirà anche alla Grecia per salvare il salvabile. Nei prossimi mesi assisteremo ad una costante crescita del dollaro e delle valute rifugio, ad un riposizionamento dei mercati sulle piazze più forti e credibili, ad una progressiva vendita dei titoli sovrani degli stati messi peggio (Italia, Spagna, Portogallo ecc), ad una salita dello spread che tenderà a superare la soglia dei 200 punti e non di poco. La Bce insisterà con l’immissione di liquidità, utile al sistema che conta per ripulire quel che resta ancora da ripulire, ma i debiti sovrani, a partire dal nostro, cresceranno ancora fino a diventare insostenibili anche di fronte ad una politica fiscale opprimente e devitalizzante.
A quel punto scatterà lo sciogliete le righe, sarà il parapiglia delle Borse, dei mercati, dei titoli, tutto insomma sfuggirà di mano definitivamente. Del resto non può durare un sistema così, si è visto e toccato con mano, il problema è ben più grande delle riforme in questo o quel paese, basta guardare l’Italia il cui debito sale indifferente a tutto e sale perché ormai le riforme, giuste o sbagliate che siano, non bastano più. Da noi, non solo non bastano le riforme, ma per metterle in piedi si è affamato l’intero Paese, costringendolo ad una persecuzione fiscale scellerata ed esiziale, che ha distrutto ogni fiducia nella politica.
Quella stessa politica che oltretutto sfacciatamente ha continuato a mietere scandali, ruberie, dissipazioni e vergogne di ogni tipo, proprio mentre tartassava e terrorizzava i cittadini di tasse e addizionali per restare nei vincoli UE. A nulla sono valsi gli accorati appelli di questi anni a modificare i patti europei, le politiche economiche e fiscali, a procedere con una pacificazione fra Stato e contribuenti, ad eliminare vincoli e burocrazia. Niente è servito a niente e tutto è continuato solamente per proteggere i forti sui deboli, i ricchi sui poveri, le banche sui cittadini, i trattati sui popoli, in questo davvero la Germania è stata brava e nazionalista…. Prepariamoci dunque, la festa per le false vittorie di questi giorni non durerà, presto riprenderanno ancora più forti i problemi di sempre a cominciare dai nostri e nei prossimi mesi ce ne accorgeremo eccome.
La storia è una grande maestra di vita e ci insegna che ricostruire è possibile solamente dopo che tutto si è distrutto e così sarà anche questa volta, resta l’immenso rammarico che questa volta tutti avevano capito, tranne quei quattro soloni ipocriti che sono riusciti comunque a imbrogliarci parlando di successo, ricchezza, benessere e lavoro. Non avremmo dovuto abboccare, per questo cerchiamo almeno di non continuare a farlo adesso, pensiamo invece che con certezza l’Europa e l’Euro, così come sono, finiranno e malamente, ricordate è solo questione di tempo.
Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:23