La Storia sta finendo

È sempre più evidente quanto, nel centrodestra, le strade di Lega e Fratelli d’Italia si vadano definitivamente separando da quella di Forza Italia. È bastata infatti, si fa per dire, la riforma della Rai e qualche voto con Renzi dei verdiniani per riportare Silvio Berlusconi sulla strada del Nazareno e dei consigli di Denis Verdini.

Va da sé che, se tutto ciò si concretizzasse e se il mortifero patto dovesse riprendere velocità, per Berlusconi più che la fine sarebbe la polverizzazione elettorale e politica, oltreché personale. Evidentemente per il Cavaliere è più importante Verdini di tutto ciò che gli è successo, a partire da Monti, e poco conta il destino elettorale del suo partito se insiste in qualche modo ad offrire la sponda a Renzi. Forza Italia sparirà e gli elettori si trasferiranno chi nella Lega Nord, chi con la Meloni, alcuni con Fitto e altri (probabilmente) con Grillo.

I vari Gasparri, Romani e Brunetta usciranno di scena e altri ancora, se alle prossime elezioni dovesse perdere il centrosinistra, finiranno ancora peggio. Aver tradito giorno dopo giorno tutti gli ideali liberali (antagonisti alla sinistra), a partire dalle tasse per arrivare alla casa ed ai risparmi, dal fronte anti-Merkel a quello anti-Equitalia, dalla Legge Fornero alle pseudo-riforme, dalla giustizia ai “provvedimenti salva banche”, è stato un errore imperdonabile e uno schiaffo a milioni di sostenitori. Come se non bastasse, il ritorno al “Nazareno”, dopo che le elezioni regionali hanno stabilito che solo l’antagonismo a Renzi può pagare, specialmente se netto e trasparente, appare ingiustificabile.

Del resto, aver accusato di tradimento Alfano e consorteria per la scelta pro-Renzi, finendo per fare lo stesso ma in modo più subdolo e ondivago da più di un anno, oltre che un gioco al massacro è stato il peggior tramonto per un uomo e per un movimento che pure aveva raccolto entusiasmi, voti e passioni della maggior parte degli italiani. È un vero peccato, perché Berlusconi, davvero e in buona fede, voleva e poteva cambiare l’Italia, trasformandola in un Paese liberaldemocratico.

Con tutto questo e sommandoci l’influenza mortifera di alcuni consiglieri, la frittata è stata fatta. Speriamo comunque che il Cavaliere si affianchi a Salvini e la Meloni autorevolmente e chiaramente. Per salvare l’Italia serve ormai una rivoluzione culturale, un terremoto ideologico dirompente, un ribaltamento filosofico del concetto di politica che oggi solo Salvini e Grillo sembrano in grado di proporre. Rappresentano due poli diversi, Grillo e Salvini, ma simili nel voler rigirare da capo a fondo questa Italia sprofondante e cattocomunista. Il terzo polo infatti (centrosinistra) è proprio quello che ha rovinato l’Italia, che ha per decenni impedito l’opzione liberale a favore di uno pseudo socialismo reale, catto-assistenziale, catto-statale, catto-fiscale, rovinoso, disonesto, insostenibile. L’eredità democristiana e comunista, anziché creare la cultura dello sviluppo e del lavoro (quello vero), per decenni si è impegnata a regalare stipendi, a sostituire i diritti con i privilegi, il libero mercato con le aziende controllate, il welfare con i regali di Stato, il fare impresa con il fare favori.

Ecco perché non basteranno le riforme e servirà, invece, una rivoluzione culturale per riscattare l’Italia ed ecco perché Salvini e Grillo crescono e, al contrario, Renzi scivola sul terreno viscido che da sempre il cattocomunismo ha generato. Stiamo male, malissimo e fra i cittadini si va preparando il redde rationem, per il fisco, per la burocrazia, per la politica, per la disonestà e gli scandali, per la giustizia, per l’insicurezza e - oggi più che mai - per un’Europa ipocrita, avida e germanica. Resta solo di capire quel che c’è da capire e aspettare che ci facciano votare, poi il resto verrà da sé.

 

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:14